Contenuto riservato agli abbonati

Jimmy Lai, il piantagrane cattolico

Di Leone Grotti
30 Marzo 2025
Storia dell’imprenditore di Hong Kong che rischia l’ergastolo per essersi opposto al regime cinese. Le umili origini, la fortuna e l’impegno politico dopo i fatti di Tienanmen. È stata la fede a dargli il coraggio «di fare ciò che è giusto. È per questo che mi sono messo nei guai»
Jimmy Lai tra le rotative dell'Apple Daily di Honk Kong. È in carcere dal 2020 (foto Ansa)
Jimmy Lai tra le rotative dell'Apple Daily di Honk Kong. È in carcere dal 2020 (foto Ansa)

Quando Jimmy Lai arrivò a Hong Kong nel 1961 era un dodicenne senza un soldo in tasca in fuga dal regime comunista cinese. La prima notte che passò sull’isola, al tempo ancora colonia britannica, dormì sopra un tavolaccio, in una fabbrica di guanti dove avrebbe lavorato per molti anni dieci ore al giorno per la misera paga di 35 centesimi. Quindici anni dopo, nel 1976, Jimmy Lai possedeva già una sua fabbrica e nel 2008, dopo essersi reinventato magnate dell’editoria, entrava nella lista di Forbes dei più ricchi imprenditori di Hong Kong, con un patrimonio di 1,2 miliardi.
Oggi Jimmy Lai ha 77 anni e dorme su una branda non molto più comoda del giaciglio su cui riposava al suo arrivo sull’isola. Da oltre 1.500 giorni è detenuto in isolamento in una cella del carcere Stanley di massima sicurezza. Accusato di collusione con forze straniere, alla sbarra nel più importante processo della storia di Hong Kong, quello per violazione della legge sulla sicurezza nazionale, Lai è un perseguitato...

Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno

Articoli correlati