
Jean Valenti. Memorie di un vecchio sommelier

Un pugno di pagine per raccontare novantadue anni di vita vissuta intensamente. L’autore è Jean Valenti, il personaggio più autorevole dell’AIS, colui che il 7 luglio 1965, insieme ad altri tre benemeriti, fondò l’Associazione Italiana Sommelier.
Jean Valenti. Memorie di un vecchio sommelier è un libro di agevole lettura, che appassiona fin dalle prime righe, scritto in prima persona in una prosa piana e concisa. Il racconto si dipana da Casazza, nella bergamasca, dove la mamma Josephine, colta dalle doglie in villeggiatura, lo mise alla luce il 25 aprile 1923, alla Francia settentrionale, dove viveva la famiglia, papà Francesco coltivava con profitto champignon e Jean era destinato a un futuro da avvocato. Un rovescio della sorte portò invece Jean a lavorare nella cantina di un noto ristorante vicino a Fontainebleau, sotto la guida del severo monsieur Enoch.
Dopo la dolorosa parentesi della Seconda guerra mondiale – che lo vide costretto a partire per il fronte russo e a subire una lunga e dolorosa prigionia, terminata con un rocambolesco escamotage per rientrare in patria – inizia una nuova fase. Il tirocinio effettuato sotto l’arcigno sommelier Enoch dà i suoi frutti, e il nostro protagonista trova impiego prima a Londra, poi in alcune località della Svizzera.
Come meta per il viaggio di nozze con Palma, l’adorata moglie valtellinese, sceglie la città di Milano, la stessa che lo vedrà al lavoro in uno dei ristoranti più in voga, il Savini. L’autore cita con garbo aneddoti gustosi sui celebri avventori, da Onassis che attendeva Maria Callas al termine degli spettacoli scaligeri, al principe Ranieri e Grace Kelly, al commendator Bialetti, ma soprattutto narra la rivoluzione “culturale” che opera all’interno dei camerieri, abituati a servire vino sfuso, presentato genericamente come “bianco o rosso”.
Jean Valenti ricorda i personaggi che hanno fatto la storia dell’AIS e del vino italiano e i tanti passi in avanti nella conoscenza e nella comunicazione del vino.
Il libro si apre con un’affettuosa prefazione di Antonello Maietta, Presidente nazionale dell’AIS – “Per tutti i Soci rappresenta l’opportunità di fare tesoro di un passato da non dimenticare, e un motivo d’orgoglio di far parte di questa grande famiglia” – e si conclude con il grato ricordo del giornalista Paolo Massobrio.
Articolo tratto da Ais
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