
«Je sto vicino a te». Pino Daniele aveva capito tutto di Napoli, della vita e di me
Caro direttore, nelle stupide polemiche di questi giorni sui funerali di Pino Daniele a Roma e qualche tentativo sciacallesco di usare anche la morte per fini politici mi è tornato in mente un brano che ascoltavo insieme ad altri amici, e con il quale siamo cresciuti. Il titolo del brano del 1979 è Je sto vicino a te.
«Io sto vicino a te perché il mondo è sporco e nu cerca e sape’… ma che parlamma a fa’ sempre delle stesse cose pe ce ntusseca’ e nun c’è ‘ncuntra’ ogni vota… c’arraggia ‘ncuorpo e chi jesce pazzo tutt’e e jurne pe’ capi… je sto vicino a te».
Risentire questa canzone dopo tanti anni fa rabbrividire. C’è dentro tutto: nostalgia, solitudine, insofferenza alla routine e alle contraddizioni di Napoli ma soprattutto bisogno di compagnia (ideale).
Alcuni di noi in quegli stessi anni in cui Pino incominciava ad avere successo fummo incontrati da una grande storia, abbracciati da Qualcuno che trasformò la nostra solitudine in gioia e incanalò il nostro desiderio vero lungo una strada ragionevole e umanamente praticabile, una strada realistica e non più di lamenti inutili. E così alcuni di noi, dopo gli studi, rimanemmo a Napoli. Ad amare Napoli!
Fino ad oggi dove è ancora più vero, caro Pino, il tuo canto libero… Je sto vicino a te… Adesso come gli altri grandi, Totò e Massimo Troisi, che ti hanno preceduto davanti al Mistero della vita e della morte devi continuare a sostenere la memoria e la storia del nostro popolo. Cantando per l’eternità. Je sto vicino a te.
Ciao Pino.
Tonino Romano Napoli
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9 commenti
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Nella triste vicenda seguita alla morte di Daniele si ripete disperatamente e villentemente quelo che Pino Daniele aveva allontanato da se. L’invadente arroganza napoletana.Appena ha potuto , come diceva Eduardo De Filippo e’ scappato da Napoli perche’ come disse in un’intervista non era il posto per crescere una famiglia e dei figli. Ma a Napoli questo non bastava DOVEVANO A TUTTI I COSTI FARE L’ammuina
Caro blues188…. Mi sono stupito pe le parole che hai scritto, è per quelli come te che si rovina l’Italia. Mi fai vergognare di essere un cittadino del nord.
Wow. Anche Tempi si adatta ai napoletani? E non reclama per DUE funerali, che neanche Kenndey ha avuto, seppure le altezze umane fossero immensamente diverse? Ma come scrivo uno qui. che ve lo dico a fare? Voi napoletani siete gli zingari d’Europa, senza regole, truffe a non finire, lavativi e scansafatiche proverbiali! E questo sedicente cantante che parlava solo il suo dialetto vorrebbe avere riconoscimenti nazionali e stransnazionali? Che ridicolaggini!!!
Consiglio a blues 188 di ampliare la sua cultura, che la vedo molto ristretta e limitata, e di andare su You tube e cercare “Lucio Dalla un napoletano nato Bologna e rinato a napoli” per capire qualcosa di Napoli e della sua cultura.
La grandezza di un artista non si giudica mai guardando alla sua condotta di vita, per la maggior parte delle volte “spericolata”. Con questo criterio, Pasolini, Leopardi, Pavese e tanti altri andrebbero a farsi benedire. Guarderemo solo a poveri insegnanti di provincia che magari hanno condotto una vita apparentemente semplice e banale, senza troppe mogli o “figli sparsi” per l’Italia, ma che magari aspettano solo “il 27” come cantava De Andrè.
Pino ha cantato tante cose belle e anche qualche banalità. Com’è la nostra vita. Magari al contrario. Fatta da tante banalità e qualche cosa bella e seria, ogni tanto. Io credo che alcune sue canzoni testimoniano semplicemente un cuore grande, un cuore ed un desiderio che spesso mi manca e che vorrei avere anche io. Sia nei suoi primi testi, come questo:
Nuje ca cercammo Dio
stammo pè sempe annure
nuje ca cercammo ‘o bbene
nun simmo maje sicuri
e nun c’abbassta niente
e cchiù n’amma sapè
nun simmo maje cuntenti
e intanto maggio se ne va…
che nelle sue ultime canzoni:
Che cosa c’è oltre all’anima
Tante cose che non ho capito mai
E penso a te che sei l’unica
Perchè nessuno ti ha mai guardata come me
It’s a beautiful day
Oggi è un giorno di sole
Senti come batte il mio cuore
Paura non ho di morire…
Quest’ultima la dedico a chi crede che Pino Daniele sia solo Terra mia e Nero a metà.
Per il resto nessuno vuole santificare nessuno. I santi sono quelli che questo desiderio non lo hanno solo cantato o gridato ma lo hanno preso in mano e ne hanno fatto la ragione della propria vita. Quelli non vanno solo “ascoltati” ma anche seguiti ed imitati.
Ma, in un mondo così, in cui “tutto cospira a tacere di noi”, caro Pier, lasciaci almeno la possibilità di dire “grande” a un amico (così è per tanti di noi Pinuccio) che questo grido ha avuto il coraggio ancora di gridarlo, anzi di cantarlo a tutto il mondo.
Non paragonerei con il termine vita spericolata verso artisti come Pasolini Pavese e tutti quelli che vuoi tu. Io non tolgo se vuoi la poesia e le belle parole di tante sue canzoni, ci mancherebbe. Non mi pare neanche il caso di citare il buon Rilke. Se la persona che ti ha citato Rilke e la stessa da cui l’ho sentita io allora credo che la giustificazione della citazione di quella frase è per dire che nella vita se pur c’è chi fa tacere il cuore c’è chi lo desta. A me non piace la santificazione nel senso del rendere mito chiunque muore. Sia per Daniele che per Mango un secondo dopo tutti erano loro amici. Gli altri cantanti ci hanno messo 4 secondi per mettersi un mostra sui vari social. A volte suona talmente falso questa piacioneria che dubiti che tutte queste persone possano essere sincere. Tutti devono farsi vedere di fronte ai media. A volte un po di silenzio “pubblico” non gli farebbe male. Questa cosa di per sé fa parte di quel brodo che rende tutto pubblico, tutto in evidenza, tutto presenzialista. La cosa triste è che quando cominci a perdere questa visibilità perde l’interesse nei tuoi confronti, vedi Mango. Poi la vita finisce inaspettatamente e tutti sono stati tuoi amici. Capisci che neanche il valore oggettivo di quello che uno crea vale per quello che è e per quello ha dato a molti. Si vive l’istante e i suoi miti. Appena dopo occorre qualcosa di nuovo. Oppure se vuoi cosa accade: non fai in tempo ad andare dall’altra parte che escono raccolte, inediti, trasmissioni televisive con immagini mai viste. Tutto già visto. Ho già visto in questi pochi giorni per Pino Daniele questo. Comunque anch’io ringrazio per le belle canzoni che ci ha scritto. Solo per questo.
Pier… Ma che parlamm a fa?
Già che parlamm a fa?
Che tradotto vuol dire?
Nella mia vita ho visto tre concerti di Pino Daniele tra cui quello indimenticabile con Pat Metheny. Ho diversi dischi e cd. Grande musicista. Punto. Per favore non facciamolo diventare un santo. Quando lei dice – C’è dentro tutto: nostalgia, solitudine, insofferenza alla routine e alle contraddizioni di Napoli ma soprattutto bisogno di compagnia (ideale) – le vorrei ricordare il verso “ideale” Che Dio i benedica che F…A….e non mi dia del moralista per favore. Ripeto grande artista, due mogli una compagna figli sparsi per le famiglie e spesso in tv con opinioni (sacrosante!) sinceramente un po qualunquiste o di parte (non ho ancora capito quale di preciso ma di parte). Pino Daniele non era ne più ne meno come tanti altri musicisti, con talento e con tanta boria celata da un apparente faccia da bonaccione e che non da fastidio a nessuno. Abbiamo già dimenticato Mango che sicuramente come persona era forse un po più rispettabile. Di Dalla ne abbiamo già perso le tracce. Per molti c’è sempre bisogno di un eroe o di un mito, pochi hanno necessita di una persona, di un maestro, di un artista vero fino in fondo.