L’Italia del Family Day. Gandolfini si racconta in un libro

Di Redazione
31 Agosto 2016
Al referendum del 1974 si espresse a favore del divorzio. Poteva finire arruolato nelle Br. Ma poi... Dialogo tra il portavoce del Comitato Difendiamo i nostri figli e Stefano Lorenzetto
L'affluenza al Circo Massimo dei partecipanti, giunti da tutta Italia, al Family Day, Roma, 30 gennaio 2016. ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

Esce domani per Marsilio “L’Italia del Family Day. Dialogo sulla deriva etica con il leader del comitato Difendiamo i nostri figli”. A dialogare sono Massimo Gandolfini, portavoce del comitato organizzatore dei due raduni, e il miglior intervistatore italiano, il giornalista Stefano Lorenzetto. Qui di seguito pubblichiamo il testo che compare sulla quarta di copertina.

gandolfini-lorenzettoHa nelle vene un po’ del sangue di don Enrico Tazzoli, il più famoso dei cinque martiri di Belfiore. Da giovane scelse l’«opzione privilegiata per i poveri». Militava nei Cristiani per il socialismo e professava la teologia della liberazione. Aveva i suoi riferimenti spirituali e politici in Giulio Girardi, Ernesto Balducci e Giovanni Franzoni. Votava Psi e leggeva «Com Nuovi Tempi». Al referendum del 1974 si espresse a favore del divorzio. Poteva finire arruolato nelle Brigate rosse o in Prima linea. La svolta avvenne il 14 maggio 1977, quando a Milano partecipò al corteo di protesta in cui il poliziotto Antonio Custra, 25 anni, fu ucciso con una rivoltellata da un manifestante che aveva il volto coperto da un passamontagna. Davanti al sangue che scorreva sull’asfalto, lo studente universitario prossimo alla laurea cominciò a diventare l’uomo che è oggi. Eppure lo descrivono come sanfedista, oscurantista, omofobo, retrogrado, reazionario.

Ma chi è in realtà, che cosa vuole e fin dove è disposto ad arrivare Massimo Gandolfini, il presidente del comitato Difendiamo i nostri figli, comparso all’improvviso all’orizzonte dell’Italia con il Family day? E perché ha sfidato il premier Matteo Renzi? Questo movimento di popolo diventerà un partito? Neurochirurgo specializzato in psichiatria, direttore del Dipartimento di neuroscienze per la chirurgia testa-collo nell’ospedale Poliambulanza di Brescia, consultore vaticano per l’esame dei miracoli che hanno portato sugli altari Madre Teresa di Calcutta, Giovanni Paolo II, Elisabetta della Trinità e Charles de Foucauld, il professor Gandolfini ha cambiato vita dopo l’incontro con Francisco Argüello, detto Kiko, lo spagnolo fondatore del Cammino neocatecumenale. In questo libro dice la sua sulla deriva etica che l’ha costretto a portare in piazza oltre 1 milione di italiani: unioni civili, utero in affitto, adozioni gay, omosessualismo, teorie gender. E racconta per la prima volta di sé e dei sette figli che ha adottato perché non poteva averne di suoi, tre dei quali sarebbero morti se Gandolfini e la moglie, medico come lui, non li avessero accolti e curati con la loro scienza in una casa che è a un tempo famiglia e ospedale.

Foto Ansa

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4 commenti

  1. dsa

    ha ha ha ovvio adesso che la guerra alle unioni gay è persa raschia il fondo pubblicando un libro per spillarvi qualche altro soldino… ma fatevi un regalo e spendete i vostri soldi in maniera più intelligente

  2. Quercia

    Grazie Gandolfini.

    Speriamo in una nuova convocazione del Family Day, magari coordinata a livello internazionale con altre realtà. Anche perchè le notizia che vengono dal mondo dell’istruzione, non mi sembrano esaltanti. Anzi.

    L’importante è non lasciare solo il comitato organizzatore. E’ fondamentale l’impegno di ciascuno.

    PS: aspettando il giorno delle votazioni

  3. Sebastiano

    Ritento.
    Certo che leggere Galasi che accusa altri di “ripetere un mantra” dopo che per mesi e mesi ha (lui e i suoi compagni di merenda) brandito quello del loveislove, ci vuole coraggio. O poco cervello. Si vede che è troppo impegnato a sostenere la campagna della cannabis miracolosa, con esperimenti dal vivo.

  4. Menelik

    Grande Gandolfini !!
    Io c’ero.
    Se ci saranno, credo di esserci anche alle prossime.
    Siamo una moltitudine, dobbiamo uscire nelle piazze, svegliare le coscienze, mostrare che ci siamo, e ci saremo.
    Idem per la Marcia per la Vita di maggio.
    Arrivederci al prossimo anno !!!!!!!

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