
L’Italia cresce. È ora di farlo sapere agli italiani

Mentre durante la campagna elettorale molti si preoccupavano inutilmente del pericolo fascismo, i più avveduti e concreti vedevano nell’economia il rischio principale per l’entrante governo dei primi. Sbagliavano i primi per miopia politica, ma anche i secondi per difetto di calcolo. In molti si aspettavano una crisi energetica profonda, con gravi ripercussioni sull’economia reale e una conseguente inevitabile pressione sui titoli pubblici italiani. Non è andata così per una serie di motivi.
Cinque motivi per cui l’economia va meglio
Uno è la fortuna, cioè un inverno mite che ha evitato razionamenti che sembravano inevitabili. Il secondo è stato il via libera europeo ai sussidi per frenare il caro energia sia a mezzo dello Stato nazionale che via Repower Eu. Il terzo è la rapidità nella diversificazione energetica di cui il paese – governo ma anche aziende partecipate – è stato capace. Il quarto è la saggezza del governo e del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel tenere i conti pubblici nei binari forniti dall’Unione Europea e la continuità dello sforzo sul Pnrr. Il quinto è la flessibilità e la capacità del mondo imprenditoriale italiano nello sfruttare al meglio la politica economica espansiva che si è imposta a livello internazionale. E il sesto è la straordinaria ripartenza del turismo.
Il risultato è che per la prima volta l’Italia cresce quest’anno più degli altri paesi europei mentre lo spread è ai minimi storici. Con una battuta semplificatrice, che manderebbe il pasto di traverso a molti, potremmo dire che l’economia del governo Meloni va meglio di quella del governo Draghi. C’è stato soltanto un momento, qualche settimana fa, in cui il progressivo rialzo dei tassi della Bce ha fatto balenare l’idea nella mente di alcune grandi banche di affari di scommettere contro l’Italia. Una scommessa oggi ritirata grazie alle stime di crescita, alle manovre di bilancio italiane e alle rassicurazioni sul Pnrr.
Il governo rivendichi i risultati positivi
Tutto questo dovrebbe far suonare una sveglia positiva al governo. Anziché occupare i media con questioni identitarie o con inutili polemiche verso una opposizione sbrindellata, non converrebbe invece mettere in risalto i positivi dati economici italiani derivanti anche dalla responsabilità economica del governo? Alla maggioranza converrebbe passare da un modo di fare politica troppo simile rispetto a quando si trovava all’opposizione a una politica (e una propaganda) da forze di governo, con rivendicazione dei risultati positivi. Dopo tante preoccupazioni e dubbi sulla capacità economica della destra “it’s the economy, stupid!” volge a favore del governo. E allora che lo si dica agli italiani.
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1 commento
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Forse gli italiani se ne accorgeranno da soli se vedranno aumentare almeno un poco il loro potere d’acquisto