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L’attacco rivendicato dallo Stato islamico avvenuto lo scorso 22 marzo all’auditorium Crocus City di Hall poco fuori Mosca ha riportato sotto i riflettori un fenomeno che Covid, guerra in Ucraina e conflitto in Medio Oriente avevano messo ormai da tempo in secondo piano: la guerra del jihad globale contro i “nemici dell’Islam” e uno Stato islamico intenzionato a riposizionarsi nel conflitto globale multidimensionale come uno degli attori significativi. Lo sottolinea a Tempi Marco Lombardi, esperto di terrorismo e docente di sociologia, comunicazione e Crisis Management all'Università Cattolica del Sacro Cuore.
La trasformazione dello Stato islamico
Dopo la sconfitta sul piano territoriale del gruppo fondato da Abu Bakr al Baghdadi avvenuta nel 2017 e che ha portato la dissoluzione dell’autoproclamato califfato in Iraq e Siria, l’organizzazione che un tempo presidiava una vasta area territoriale tra Iraq e Siria si è trasformata in un gruppo terroristico più tradizionale: una rete cland...
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