Contenuto riservato agli abbonati

Lo Stato islamico rilancia il suo ruolo nel conflitto multidimensionale

Di Simone Cantarini
29 Marzo 2024
L'attacco di Mosca rimette al centro la guerra del jihad globale contro i “nemici dell’Islam”. Ecco perché è giusto continuare a considerarlo «una minaccia costante». Parla l'esperto di terrorismo Marco Lombardi (Cattolica)
Isis kalashnikov attentato Mosca
Un kalashnikov a terra nella Crocus City Hall, l'auditorium vicino a Mosca dove alcuni terroristi dell'Isis hanno compiuto un attacco venerdì scorso (foto Ansa)

L’attacco rivendicato dallo Stato islamico avvenuto lo scorso 22 marzo all’auditorium Crocus City di Hall poco fuori Mosca ha riportato sotto i riflettori un fenomeno che Covid, guerra in Ucraina e conflitto in Medio Oriente avevano messo ormai da tempo in secondo piano: la guerra del jihad globale contro i “nemici dell’Islam” e uno Stato islamico intenzionato a riposizionarsi nel conflitto globale multidimensionale come uno degli attori significativi. Lo sottolinea a Tempi Marco Lombardi, esperto di terrorismo e docente di sociologia, comunicazione e Crisis Management all'Università Cattolica del Sacro Cuore.
La trasformazione dello Stato islamico
Dopo la sconfitta sul piano territoriale del gruppo fondato da Abu Bakr al Baghdadi avvenuta nel 2017 e che ha portato la dissoluzione dell’autoproclamato califfato in Iraq e Siria, l’organizzazione che un tempo presidiava una vasta area territoriale tra Iraq e Siria si è trasformata in un gruppo terroristico più tradizionale: una rete cland...

Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno

Articoli correlati