L’Isis, il pensiero dominante e l’invito alla conversione della Quaresima

Di Luigi Negri
18 Febbraio 2015
Una minaccia si sta affacciando sulla vita del nostro Paese. Tali situazioni mi spingono a rivolgervi un grande invito alla conversione

Pubblichiamo di seguito il messaggio per la Quaresima inviato ai fedeli da monsignor Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Abate di Pomposa.

Carissimi figli e figlie,

il messaggio che vi rivolgo all’inizio di questa Quaresima 2015 non può non far riferimento innanzitutto alla gravità della situazione in cui la società ed il mondo versano oggi: dai fenomeni sempre più gravi di disintegrazione della nostra vita sociale dovuta al permanere di una crisi economica gravissima – di cui forse si intravvede qualche spiraglio positivo ma con la previsione di tempi lunghi per via della vastità del malessere che è in atto – alla situazione di assoluta precarietà in cui vive la società mondiale sotto l’urto della minaccia del fondamentalismo islamico che semina quotidianamente azioni efferate e disumane nella vita di interi popoli, spegnendo tante vite innocenti, moltissime delle quali giovani se non addirittura bambini.

In ordine di tempo ricordo le parole, forti e accorate, di Papa Francesco che è intervenuto sull’uccisione dei 21 egiziani copti, “assassinati per il solo fatto di essere cristiani”, il cui sangue “è testimonianza di fede”.

Questa minaccia si sta affacciando sulla vita del nostro Paese. Tali situazioni, che generano un forte senso di precarietà, ma anche sentimenti di angoscia e paura, mi spingono a rivolgervi, all’inizio di questa Quaresima, un grande invito alla conversione. Innanzitutto la conversione dell’intelligenza e del cuore. Seguendo la vita e la missione del Signore Gesù Cristo, dobbiamo chiedergli l’umiltà con cui ha vissuto: totalmente aperto al Mistero, ogni giorno alla presenza del Padre.

Noi dobbiamo imparare a vivere e a ragionare come il Signore, partecipando alla vita della Chiesa e vivendo la Quaresima come occasione che consente ad ogni persona, ad ogni cristiano, di maturare integralmente nella sua identità cristiana e umana.

Non c’è fede senza dipendenza. Non c’è fede senza obbedienza. Non c’è fede senza assumere come criterio per affrontare la vita, personale e sociale, quei criteri che nascono dalla vita della Chiesa e dalla funzione di chi guida la Chiesa, secondo la certezza di Paolo espressa nella 1a Lettera ai Corinzi: «Noi abbiamo il sentimento di Cristo» (2,16).

Raccomanderei particolarmente, perciò, che i momenti della vita della comunità – dalle celebrazioni eucaristiche all’omelia, ai momenti di incontro delle varie iniziative e delle varie attività – siano sostenuti dalla volontà di convertire la nostra intelligenza e il nostro cuore alla verità di Cristo che ci giunge dalla testimonianza della Chiesa.

Alla conversione intellettuale e del cuore, che io ritengo assolutamente necessaria per vivere positivamente la tragedia in cui versano il nostro paese e tutto il mondo, intendo aggiungere la necessità di vivere una vera carità verso i nostri fratelli uomini per i loro bisogni materiali e spirituali. Mai avvenga che cessiamo di sentire come nostra la vita e le fatiche dei nostri fratelli, affinché superiamo la diffusa concezione comoda e borghese della vita.

Impegniamoci a rinunziare a qualcosa a cui teniamo affinché tale rinunzia sia occasione di bene per i nostri fratelli uomini.

La povertà che ci circonda è grande. Le risorse che la nostra comunità ecclesiale impegna nelle quotidiane iniziative caritative sono grandi.

Posso dire, con assoluta tranquillità, che oltre a ciò che ci serve per vivere come chiesa non abbiamo nessun’altra risorsa, poiché tutto è stato devoluto alla carità.

Come non dirvi inoltre, fratelli e sorelle, che oltre a questa povertà materiale che ci interpella – ci mette in crisi, ci provoca, e potremmo anche dire che ci schiaffeggia facendoci uscire dal nostro comodo – c’è un’altra ancor più terribile povertà che è la povertà spirituale, la povertà etica, la povertà culturale.

Mi riferisco al vuoto delle convinzioni e delle certezze che attanaglia la vita di tanti uomini e donne di oggi, li fa vivere in modo precario, minacciato da un sempre più inesorabile emergere di inconsistenze che spesso portano la vita ad un epilogo violento. Penso agli omicidi-suicidi che ormai segnano in maniera inesorabile la nostra società.

Sentiamoci tutti richiamati ad una testimonianza che porti dentro la vita la grande ed unica certezza che il Signore è risorto ed è l’unica possibilità di salvezza per l’umanità di questo tempo e di ogni tempo.

La Chiesa vive un momento gravissimo, in cui emergono grandi possibilità per un nuovo incontro con gli uomini – come mi sembra documentato da tante iniziative che il Signore ha premiato con successi significativi – e nel contempo caratterizzato da una grande debolezza: la debolezza di chi rischia di perdere la coscienza vera della fede, di chi non ha un discorso cristiano da vivere e da proporre, di chi unisce sprazzi desunti dalla vita della fede a una mentalità esclusivamente votata al pensiero unico dominante, di cui spesso parla Papa Francesco.

Il pensiero unico dominante è una cosa totalmente negativa. Dobbiamo lottare contro di esso perché prevalga quel senso di appartenenza a Cristo che ci rende partecipi, in maniera gioiosa, sacrificata e creativa, dell’unica grande esperienza di Chiesa che si esprime tranquillamente in varietà di posizioni, di sensibilità, di carismi e di realtà ecclesiali.

Vi raccomanderei di intensificare una preghiera costante alla Vergine Maria perché ci doni l’umiltà, come tante generazioni cristiane che ci hanno preceduto, di raccoglierci sotto il suo manto e da lì trarre quella inesorabile volontà di essere figli di Dio e fratelli e sorelle di Gesù Cristo, portando questa certezza fino alle estreme conseguenze.

Vi benedico tutti di cuore.

+ Luigi Negri

Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Abate di Pomposa

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7 commenti

  1. maurizio

    Hai ragione Saint-Juste,un po’di camomilla fa bene a tutti,a cominciare da te..
    adesso,però,non tirar fuori la solita solfa della chiusura a riccio o della difesa d’ufficio per effetto di venerazione idolatrica-addirittura Stalin sei andato a riprendere,lascia stare il trito parallelo comunismo/Cl..é tempo perso,te l’ho già detto-.Polemico lo é di certo,Mons.Negri,ma non certo né stupido(ma anzi molto ben preparato)e nemmeno arrogante anche se certo non si fa mettete,facilmente,la testa sotto i piedi..lascia stare,un po’e qualche volta,la forma..guarda alla sostanza.Quanto ai suoi libri,se ancora ce li hai,ti consiglio di riprenderli senza pregiudizio e con sana curiosità intellettuale! ciao amico!

  2. Saint-Juste

    A parte alcune perle di verita’ e saggezza come “affinché superiamo la diffusa concezione comoda e borghese della vita.” (totalmente ragione), ” Mi riferisco al vuoto delle convinzioni e delle certezze che attanaglia la vita di tanti uomini e donne di oggi” (assolutmante vero, basta guardarsi attorno. A Londra e’ un macello), io non provo simpatia per quest’uomo. Ho letto i suoi libri (False accuse alla chiesa e contro storia), una volta finiti gli stavo per gettare fuori dalla finestra….E poi monsignor negri e’ veramente arrogante, cafone e volgare. Io a confronto sono Ratzinger (e ce ne vuole per superarmi)…

    1. sara

      Ma pensa! Io trovo Don Negri adorabile, buono generoso e spt schietto.
      Aggiungo a pelle dato chenon ci siamo mai conosciuti dal vivo!
      E tra parentesi trovo che scriva da dio!

      1. Saint-Juste

        Spero che il mio commento precedente ti arrivera’ se gli amici ciellini lo permetteranno.

        1. Saint-Juste

          Certo, se gli dai sempre ragione, anche Stalin ti adorava se lo facevi. Se invece lo cominci a contraddire sugli stessi argomenti storici (visto con i miei occhi, non sto scherzando) ti manda a quell paese a male parole. Ora capisco che il monsignore ha un po la coda di paglia e non sa reggere il confronto ed e’ abitutato a cantarsele e suonarsele da solo o con sempre una platea di amici (ciellini) che lo applaudono a prescindere, pero’ un discipelo di giussani (che si puo’ dire tutto ma non che non affrontasse il confront con il mondo laico) ci si aspetterebbe piu’ dialogo ergo dovrebbe rilassarsi e prendere qualche camomilla.

          1. Saint-Juste

            To !!! l’hanno pubblicato !! Bravi !! Mi rimangio tutto !!

  3. sara

    Non ricordo un momento nella vita in cui durante i momenti di difficoltà’ non sia andata in chiesa a chiedere consiglio a un Prete.
    La vostra presenza nel mondo è’ troppo importante, spero non vi sfugga mai questo dato.
    Senza di voi il mondo è’ proprio come diceva quell’inglese, homo homini lupus oltre che piatto, senza respiro, con voi nel mondo ci si può’ alzare ad un livello superiore di umanità’.
    Per to riguarda l’Isis, non sono pareoccupata più’ di tanto, al massimo passiamo più’ velocemente dall’altra parte in cui come dite ed in particolare la
    Badessa n. 1 al mondo, Anna maria canopi (Santa e mistica))noi non possiamo minimamente immaginare che gioia indicibile ci aspetti.

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