
Irlanda, si vota per il Fiscal Compact. Cresce il fronte del “no”
Oggi in Irlanda i cittadini sono chiamati a votare per il Fiscal Compact, il patto di bilancio europeo proposto dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel e che trova nella parola “austerità” le sue fondamenta. Gli abitanti dell’Eire saranno gli unici, in Europa, ad essere chiamati alle urne per una decisione così delicata, che segnerà lo spartiacque per la nascita di una nuova politica isolana. Ci sta giocando la faccia il premier Enda Kenny, centrodestra, un europeista che dice pane al pane: «Votate sì alla stabilità. Sì agli investimenti. Sì alla ripresa economica. Sì a un’Irlanda che funziona».
Sull’altro piatto della bilancia pesa la popolarità di Gerry Adams, leader del partito indipendentista Sinn Féin, che avvisa gli irlandesi di fare attenzione ai fermenti anti-centralistici e anti-politici che scuotono l’Europa. Da una parte, l’elezione del socialista francois Hollande minaccia la stabilità dell’asse Parigi-Berlino in merito all’austerità. In Grecia si attende una nuova tornata elettorale dopo il tentativo fallito di creare un governo di coalizione. Insomma, tira aria di tempesta, e può essere il momento buono per rilanciare la crescita.
Un’esclusione dell’Irlanda dal Fiscal Compact non annullerebbe, tuttavia, l’entrata in vigore in altri dodici Stati europei che hanno accettato un coordinamento centrale ed europeista del proprio debito pubblico. I sondaggi più recenti pubblicati sull’Irish Times indicano una lieve maggioranza dei “sì” (39 per cento) sui “no” (30 per cento). I restanti sono indecisi. Insomma, tutto è ancora possibile. Tuttavia, Enda Kenny ha un vantaggio su Gerry Adams: l’ESM. Lo European Stability Mechanism è un fondo a sostegno dei paesi in difficoltà che vogliono risanare la propria economia. Se vincessero i no, il paese sarebbe tagliato fuori.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!