Iraq ancora nel caos. «I cristiani stanno scomparendo»

Di Redazione
01 Aprile 2022
A un anno dalla visita di papa Francesco, persistono i problemi per la minoranza cristiana, sempre più esigua. Le parole del patriarca Sako
Il cardinale Louis Raphael Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei
Il cardinale Louis Raphael Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei

Trascorso ormai più di un anno dalla storica visita di papa Francesco in Iraq (qui il reportage di Tempi), com’è la situazione delle comunità cristiane? «Non vorrei che arrivasse il giorno in cui in Iraq non ci fossero più cristiani ma sfortunatamente questa è una possibilità alla luce delle persistenti discriminazioni contro di essi».

A pronunciare questa frase in un’intervista al sito The New Arab è stata la storica voce della minoranza cristiana, il patriarca della chiesa caldea, il cardinale Louis Raphael Sako. Certi problemi e certe questioni non sono  scomparse, ha detto il cardinale. Da un lato, l’esodo della famiglie cristiane prosegue: un’emorragia che sta svuotando il paese di una delle sue componenti storiche più significative e pacifiche. Dall’altro, in Iraq, dopo guerre e Isis, regna ancora il caos e non c’è un piano di ricostruzione serio e realistico.

Politica assente

L’Iraq, ha spiegato Sako, è un paese dove la corruzione è prassi, i servizi sono inesistenti, le opportunità di lavoro scarse. Al contrario, dettano legge milizie armate e bande di criminali che «rappresentano un pericolo per la società irachena nel suo insieme e per i cristiani in quanto minoranza».

Lo Stato è assente e non aiuta i cristiani che vogliono tornare nel paese. Solo la Chiesa, lamenta Sako, si interessa a loro, sostenendo i costi del loro rientro e di riedificazione delle abitazioni.

«I cristiani non hanno visto soddisfatte neanche le loro più semplici richieste ed i rappresentanti politici cristiani, da una parte, non hanno mantenuto le loro promesse e, dall’altra, si sono uniti a schieramenti politici più ampi, senza contare il fatto che la maggioranza di loro non è stata eletta dai cristiani».

No alla milizia cristiana

Sako è tornato di nuovo a esprimere forti perplessità sulla Brigata Babilonia, la formazione paramilitare cristiana anti-Isis. Caratterizzarsi come “formazione cristiana” in un paese a stragrande maggioranza musulmana è controproducente e non fa altro che fomentare odio e divisioni. Inoltre, la Brigata non ha più lo scopo di combattere il terrorismo, ma solo di perseguire i propri interessi. «Non rappresenta i cristiani e i loro sentimenti di umanità e tolleranza».

Foto Ansa

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.