
Iraq, dodici cristiani abiurano «per finta» e riescono a scappare dallo Stato islamico. Grazie a un musulmano

Dodici cristiani siri di Bartella, tra cui una bambina di appena un anno, sono arrivati ieri a Kirkuk dopo essere riusciti a scappare allo Stato islamico. I profughi, che hanno raccontato la loro storia ai media locali, sono originari di Bartella, città della Piana di Ninive conquistata lo scorso 7 agosto dai jihadisti.
IL RISVEGLIO. Se non hanno lasciato la città di notte come tutti gli altri cristiani è perché, dormendo per sicurezza sul tetto della casa, non si erano accorti dell’invasione jihadista. Quando la mattina dell’8 agosto sono scesi in strada, sono subito stati intercettati dai soldati del Califfato, che hanno ordinato loro di tornare in casa e di non lasciarla per nessun motivo.
SENZA CIBO. I cristiani hanno vissuto così per 20 giorni. Durante i primi tre, hanno raccontato, lo Stato islamico ha portato loro del cibo mentre per i restanti 17 hanno dovuto arrangiarsi con le scorte che avevano in casa. Nonostante i terroristi li avessero privati di tutti i soldi, sono riusciti a sopravvivere.
LA “FINTA” CONVERSIONE. Dopo i primi 20 giorni sono stati condotti davanti a una corte islamica di Mosul, dove si sono convertiti «per finta», riporta l’agenzia sira Aina. Ottenuti nuovi documenti di identità dallo Stato islamico sono stati riportati a Bartella. A Mosul hanno raccontato di aver visto un cristiano siro che non aveva voluto convertirsi e per questo era stato picchiato e portato via con le mani legate dietro la schiena su un camion. Probabilmente è stato ucciso.
GRAZIE A UN MUSULMANO. La loro fuga è stata resa possibile da un musulmano di Mosul, nemico dello Stato islamico, che aveva già aiutato altri cristiani a scappare. Un fratello di uno dei 12 cristiani, già scappato in Kurdistan, ha fornito loro il numero. Recatisi a Mosul in taxi l’hanno contattato e questo si è offerto di portarli a Kirkuk per 540 dollari o anche gratis, se non avessero avuto denaro. Il musulmano ha consigliato loro la storia da ripetere ai 16 checkpoint degli islamisti che avrebbero incontrato per strada: «Siamo originari di Mosul e stiamo andando a un funerale di famiglia a Kirkuk, dal quale torneremo indietro immediatamente». La storia ha funzionato e dopo l’ultimo checkpoint gli uomini sono stati accolti dai Peshmerga curdi e da padre Qais.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!