«Io, musulmana, in guerra con gli integralisti»

Di Rodolfo Casadei
01 Novembre 2001
“Da dieci anni noi algerini vi dicevamo che le basi del terrorismo islamista sono in Europa, e voi facevate finta di non sentire. Sant’Egidio? S’è coperta di vergogna offrendo una patente di legittimità ai terroristi. L’estremismo islamico è un nuovo nazismo, nessuna neutralità è ammissibile”. Parola di Khalida Messaoudi, femminista algerina che gli integralisti islamici vorrebbero morta. di Rodolfo Casadei

Madame Khalida, perché gli estremisti islamici vi hanno condannata a morte? Cosa avete fatto di male?

Non sono l’unica algerina condannata a morte dagli integralisti: loro condannano a morte tutti quelli che non la pensano come loro. Io sono una donna musulmana, ma anche laica, democratica e femminista, dunque rappresento ai loro occhi quel che di peggio esiste. Gli estremisti islamici hanno cominciato la loro guerra dieci anni fa uccidendo tutti coloro che nel mio paese “pensano”: i giornalisti, gli accademici, gli intellettuali, gli insegnanti. Poi nel loro estremismo sono arrivati a prendere di mira tutta la società: massacrano interi villaggi per il solo motivo che non c’è nessuno che li sostiene, e dunque si tratta di miscredenti che meritano di essere uccisi.

Quante donne in Algeria hanno sofferto violenza per opera degli estremisti islamici? E che genere di sofferenze hanno patito?

Le donne algerine hanno subìto le stesse violenze degli uomini: sono state uccise a colpi di arma da fuoco, sgozzate o bruciate vive come gli uomini. L’unica differenza è che molte di loro sono state anche violentate. I gruppi armati islamisti compiono spedizioni in villaggi isolati, rapiscono le donne come bottino di guerra e le portano nei loro nascondigli dove vengono ridotte in schiavitù e stuprate. L’unica cifra ufficiale di cui disponiamo è quella relativa alle donne che sono state violentate ma lasciate in vita, e che hanno denunciato la violenza subìta: sono più di 3.000. Ma molte si vergognano di denunciare il delitto patìto, e molte altre non hanno potuto farlo perché sono state uccise subito dopo. Dunque pensiamo che la cifra totale sia almeno doppia.

Gli estremisti islamici dicono di combattere in nome della religione. Come possono giustificare questi comportamenti?

Sì, si presentano come un movimento religioso, ma sono soltanto un movimento politico che vuole prendere il potere col terrore per istituire un regime di terrore. Si muovono in una logica tipicamente totalitaria: chi non è con loro è contro di loro. Perciò considerano nemica tutta la popolazione, che non li ha seguiti. Una volta dichiarati apostati i civili, contro di essi si può fare tutto, anche stuprare le loro donne.

Eppure gli estremisti sono ossessionati dall’idea di nascondere il corpo femminile, di segregare la donna. Da dove nascono queste ossessioni?

Gli integralisti sono ossessionati dall’idea di nascondere il corpo femminile perché il loro sistema politico è totalitario, e il totalitarismo non tollera la differenza. Ora, si dà il caso che la donna rappresenti la differenza per antonomasia, perché porta la differenza nel suo stesso corpo, e l’ossessione circa il corpo femminile esprime la volontà di eliminare questa differenza che è nella natura. Una seconda ragione dipende dal fatto che un regime totalitario ha bisogno del terrore per controllare la società, e gli islamisti hanno compreso che per controllare una società bisogna controllare la sessualità di questa società, e ciò si realizza attraverso il controllo della sessualità della donna, dunque del suo corpo. Una terza ragione è ancora legata alla natura totalitaria dell’integralismo islamista: come ogni potere totalitario, ha bisogno di un nemico interno contro cui chiamare alla mobilitazione, e la donna è il nemico più vicino per le ragioni che ho detto prima, cioè perché porta in se stessa la differenza e per controllare la sessualità della società bisogna controllare il suo corpo. Infine, l’islamismo è privo di un programma di governo a livello di progetto politico. È un movimento che vuole prendere il potere per far rivivere il califfato musulmano e porsi alla testa di esso. Ma non propone nessuna risposta ai problemi concreti che si pongono ai musulmani e a tutta l’umanità, problemi che si chiamano disoccupazione, crisi economica, scarsità di alloggi, povertà. Per tutti questi problemi il movimento integralista non ha una risposta, e siccome non ha risposte preferisce chiamare alla mobilitazione contro l’anello debole della società, cioè le donne.

Sappiamo che esistono rapporti fra i terroristi dell’estremismo islamico algerino, come il Gia (Gruppo islamico armato), e i terroristi di Al Qaeda. Cosa può dirci di questi legami?

Voglio essere chiara su questo punto, perché noi algerini siamo davvero stupefatti che voi occidentali vi svegliate solo oggi. La verità storica è che durante la guerra contro i sovietici in Afghanistan sono state costituite delle brigate internazionali finanziate e addestrate dalla Cia, dai sauditi e dal Pakistan. Bin Laden è stato, per chiamare le cose con il loro nome, un agente della Cia. Dopo la fine della guerra in Afghanistan Cia, Arabia Saudita e Pakistan hanno lasciato un mostro sul posto: una brigata internazionale di estremisti islamici di tutte le nazionalità. Fra loro vi erano 6.000 integralisti algerini, che sono rientrati nel loro paese per fare la “guerra santa” contro la loro stessa gente e creare un regime di tipo talebano. Le cose sono peggiorate dopo la Guerra del Golfo e dopo l’ascesa al potere dei talebani, allorché Bin Laden ha ripreso in mano Al Qaeda e l’ha rimodellata come un’organizzazione la cui testa politica è rappresentata dal Fronte islamico mondiale, di cui fanno parte integralisti di tutte le nazionalità. Dove si trovano le retrovie di tutti questi gruppi, in particolare di quelli algerini? Si trovano in Europa, e questo noi algerini ve l’abbiamo sempre detto. Per dieci anni vi abbiamo detto: «In Algeria non c’è una guerra civile, c’è una guerra dei terroristi contro i civili per imporre un regime di tipo talebano. Pensate alla minaccia che graverebbe sull’Europa se in Algeria prevalesse un potere talebano. Pensate a cosa vi succederebbe se noi cedessimo. Le retrovie dei terroristi sono da voi, i terroristi usano le libertà e gli spazi del vostro sistema democratico per procurarsi denaro, armi e tecnologie per i loro fini». Per dieci anni vi abbiamo detto queste cose, e per dieci anni avete rifiutato di ascoltarci. Ma oggi che gli americani pubblicano la lista dei terroristi e delle organizzazioni terroristiche più pericolose, e fra loro si trovano il Gia e il Gfpc algerini, siete costretti ad ascoltare. L’Europa ha creduto di poter chiudere gli occhi sulla realtà per salvaguardare la sua pace. Ma così ha rifiutato di comprendere la natura profonda di questo movimento totalitario, che non indietreggia davanti a nulla e che non ha nessun rispetto né per la vita umana, né per la libertà.

Eppure c’è chi ha tentato la via del dialogo e del compromesso politico con loro. Alcuni anni fa la Comunità di Sant’Egidio è riuscita a far firmare un accordo a esponenti di partiti politici algerini, fra cui i rappresentanti dell’estremismo islamico.

Certo, ricordo bene. A tutt’oggi il terrorismo ha fatto 130mila morti in Algeria e causato danni per 20 miliardi di dollari. Nel 1995, l’anno del negoziato di Sant’Egidio, i gruppi armati legati al Fis seminavano le città di auto-bomba, e nella sola Algeri uccidevano più di 100 persone al giorno. Sant’Egidio ha accettato che a rappresentare il Fis a Roma fosse Anwar Haddam, un membro del Gia, il gruppo armato più sanguinario. Quando ho fatto notare questa cosa ad un esponente di Sant’Egidio, costui ha affermato di non essere a conoscenza del fatto. Eppure Haddam ha dichiarato la sua appartenenza al Gia anche nei giorni del negoziato di Roma rispondendo ad interviste televisive. Mentre lui era ancora nella capitale italiana, il Gia ha compiuto un attentato con un autobomba causando 120 morti e numerosi feriti e mutilati: Haddam ha rivendicato l’attentato per conto del Gia. E sapete cosa ha dichiarato al momento di firmare gli accordi di Roma? «Firmiamo questi accordi, ma non deporremo le armi». Per tutto questo io ritengo che la Comunità di Sant’Egidio si è coperta di vergogna. Ha fatto la stessa cosa che Baladier e Chamberlain fecero a Monaco con Hitler, e voi sapete che gli accordi di Monaco non hanno restituito la pace e l’onore all’Europa, ma la guerra e la vergogna. Sant’Egidio si è comportata alla stessa maniera. Oggi vorrei fare una domanda ai signori di Sant’Egidio: perché non propongono agli americani di concludere un accordo con Bin Laden? Ma posso rispondermi da sola. E la risposta è che Sant’Egidio considera le vittime americane più importanti di quelle algerine, e questo non posso perdonarlo. Come algerina, non perdonerò a Sant’Egidio di aver fatto mercato col sangue degli algerini. E in seguito hanno fatto anche di peggio: per anni hanno continuato a ripetere che in Algeria non sono gli islamisti che uccidono. Ebbene, quando discolpate un criminale, voi diventate suo complice. Non capisco perché Sant’Egidio nutra tanto odio per l’Algeria, dal momento che noi algerini non le abbiamo fatto niente di male.

In Occidente, ma soprattutto in Europa, c’è gente che dice di non stare «né con Bush, né con Bin Laden». Cosa direbbe a queste persone?

Gli chiederei: «Cosa fareste se Hitler fosse in azione oggi in Europa?», e vorrei che mi rispondessero. Nel 1939 c’erano degli europei che dicevano di non stare né con Hitler, né con Churchill. Io, se fossi stata europea, sarei stata sicuramente dalla parte di Churchill. Queste persone si assumono una responsabilità enorme. Rispetto il loro punto di vista, ma non lo condivido in nessunissimo modo. Credo che non abbiano capito la natura del pericolo che oggi minaccia l’umanità. La questione non è di scegliere fra Bush e Bin Laden, la questione è: «Siete dalla parte di un movimento politico e sociale totalitario, sì o no?». Se rispondono di no, devono anche dirci in che modo si deve lottare contro di esso.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.