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Intervista – Claudia Pensotti ci parla delle donne che hanno cambiato la storia dell’arte

Goldschmied & Chiari, Pic Nic, 2002, lambda print 100 x 130 cmIl National Museum of Women in the Arts di Washington (NMWA) verrà presentato, attraverso la sua delegazione italiana (l’Associazione italiana degli Amici, con sede a Milano), per la prima volta in Italia durante la fiera d’arte contemporanea MiArt 2015 (10-12 aprile). All’evento ufficiale di presentazione delle attività del museo, che avverrà questo pomeriggio alle 16.30 parteciperanno sia le artiste Goldschmied & Chiari, sia la presidentessa degli Amici del NMWA, Claudia Pensotti, che ha risposto alle domande di Tempi sulla sua attività e sulla situazione artistica attuale.

Nel Novecento le porte del grande e prestigioso mercato dell’arte sono state spalancate finalmente da e verso eccellenti artiste, ma ben sappiamo come il tocco di mani femminili abbiano da tempo dato un contributo insostituibile alla storia dell’arte: pensiamo subito alla rinascimentale Artemisia Gentileschi. Da allora, quali sono state le donne che hanno cambiato la storia dell’arte?

La storia dell’arte è la storia dei vincitori, di chi è riuscito a sopravvivere con le sue opere a dispersioni, alluvioni o incendi , e anche a una buona promozione con i “contatti gusti”. Molti artisti sconosciuti potrebbero dunque essere sconosciute artiste, ma non ci sono stati tramandati loro nomi, o le loro opere:  molte donne sono state protagoniste  della storia dietro le quinte, spingendo i loro uomini verso il successo e l’affermazione, e così anche in arte: molti maestri o hanno ascritto al catalogo della loro “scuola”  anche artiste donne di rilevo, quali ade esempio Tintoretto e sua figlia Marianna, o ad Haarlem i due maestri Frans Hals e Judith Leyster i cui cataloghi sovente si mischiano.

Oltre ad alcune grandi artiste ricordate già nel passato, quali la stessa Artemisia, o la scultrice Properzia dè Rossi – unica tra le donne artiste a cui il Vasari dedica un capitolo delle sue Vite – o Elisabeth Vigèè le Brun, ritrattista ufficiale della corte di Francia e di Maria Antonietta,  è con gli Impressionisti che le cose cambiano veramente: il gruppo ribalta tutti i punti di riferimento stilistici, e la prima a farne le spese è la Pittura di Storia, che tradizionalmente escludeva le donne per difficoltà di acceso alla formazione dello studio del nudo: il nuovo oggetto dell’arte è la vita contemporanea, nel momento storico in cui sempre più donne cominciano a lavorare entrando in fabbrica, per arrivare infine ad essere professioniste in vari campi d’impiego. Interessante a questo riguardo un dipinto di Berthe Morisot del 1879, La Nutrice, in cui la relazione fondamentale tra infanzia e chi ne garantisce la cura non riguarda la madre ma una professionista, mentre la madre osserva il momento –sempre con partecipato affetto. La Avanguardie aiutano ulteriormente le donne in arte come Sonia Delaunay o Gabriele Munter fino a Tamara de Lempiska, per arrivare ai giorni nostri anche attraverso l’approccio alle nuove discipline quali la fotografia con Berenice Abbot, Imogen Cunningham, e oggi Nan Goldin.

L’intuito e l’impegno dei coniugi Holladay è stato fondamentale per il riconoscimento e la promozione della creatività femminile. Quali protagoniste delle loro collezioni hanno goduto di un forte rilancio grazie al loro contributo?

La fondatrice del NMWA, Wilhelmina Cole Holladay iniziò a collezionare arte insieme al marito  Wallace F. Holladay negli anni ’60, quando storici dell’arte e ricercatori  cominciavano a discutere la significativa minor presenza di donne artiste nei musei e nelle collezioni. Tra i primi ad applicare un simile approccio revisionista, per più di 20 anni si dedicarono a raccogliere arte delle donne, creando un museo che le rappresentasse in una collezione permanente, che è tutt’oggi il cuore del Museo di Washington DC. Con più di tremila opere realizzate dal Rinascimento a oggi, il NMWA è oggi l’unica istituzione al mondo dedicata al riconoscimento dell’opera delle artiste di ogni epoca e nazionalità, promuovendo al contempo nuove acquisizioni e la ricerca in campo artistico.

National Museum for Women in the ArtsIl duo italiano Goldschmied & Chiari (Sara Goldschmied e Eleonora Chiari) esporrà l’opera Nympheas#12 per il concorso Woman to Watch 2015 che il National Museum of Women in the Arts di Washington D.C. indice ogni 2 anni. Cosa ha colpito del loro lavoro?

Women to Watch del NMWA è un programma espositivo a cadenza biennale o triennale in cui vengono presentati i lavori di artiste emergenti, provenienti dagli stati e dai paesi in cui il museo è presente con i suoi comitati di promozione. L’obiettivo finale è stimolare la risposta critica verso i lavori di artiste promettenti e meritevoli di attenzione sul piano nazionale ed internazionale. Per l’esposizione del 2015, a titolo Organic matters, tra la rosa di candidate proposte ha selezionato per rappresentare il comitato italiano Goldschmied & Chiari per l’attinenza ai temi del concorso, che vuole dare risalto ad artiste contemporanee che ricontestualizzino immagini di piante ed animali come sfondo di una riflessone sulla sessualità, le politiche di genere e lo svilimento.

Quali sono le altre promettenti interpreti dell’arte italiana contemporanea?

Ogni mostra del programma Women to Watch si concentra su un supporto specifico o un tema scelto dai curatori del museo di Washington, che affida ai comitati partecipanti l’indicazione di massimo 5 artiste selezionate da un curatore museale super partes: il comitato italiano degli Amici del NMWA si è affidato al Museo del Novecento di Milano e ha candidato, oltre a Goldschmied e Chiari, le seguenti artiste: Gabriella Ciancimino, Amalia del Ponte, Cleo Fariselli, Claudia Losi.

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