La preghiera del mattino

L’ingiustificabile invasione dell’Ucraina e gli angoli ciechi dell’informazione con l’elmetto

Macerie di guerra a Kiev, Ucraina
Macerie di guerra a Kiev, Ucraina (foto Ansa)

Su Affaritaliani da un lancio dell’agenzia Vista: «Kiev, 14 marzo 2022. “I colloqui con la Russia sono difficili ma continuano”, così il presidente ucraino Zelensky in un video postato sui social».

Certamente per prima cosa va condannata l’invasione russa, ma qualsiasi persona responsabile poi non può non impegnarsi perché i negoziati tra Mosca e Kiev continuino e trovino uno sbocco positivo.

* * *

Su Fanpage Francesco Cancellato scrive: «Prima regola: comprendere una strategia non vuol dire giustificare un’azione. E allora, forse, per provare a fermare l’invasione dell’Ucraina e porre fine alla guerra, occorre provare a capire cos’abbia in testa Vladimir Putin, anziché ricercare le tracce della follia in un viso troppo gonfio o in un tavolo troppo lungo. Anzi, facciamo così: proviamo a immaginare che Putin non sia né pazzo né irrazionale».

Anche nella storia più recente non sono mancati dittatori deliranti e paranoici come Adolf Hitler, e certamente vi è un elemento di preoccupante (e inaccettabile) disperazione nella strategia imperialistico-granderussa di Vladimir Putin. Però risolvere ricorrendo alla psichiatria una vicenda come quella Ucraina, così determinata da molteplici e concreti fattori geopolitici, non aiuta la scelta oggi fondamentale: dare uno sbocco ai negoziati.

* * *

Su Huffington Post Italia Leonardo Tricarico scrive: «Quando nel 1999 Milosevic per molto meno pagò quello che anche Putin e i suoi generali dovrebbero pagare oggi, come criminali di guerra, si invocò il principio dell’”ingerenza umanitaria”; per molto meno perché la goccia che fece traboccare il vaso fu il massacro a Rachac di “solo” 45 contadini albanesi, mentre “solo” qualche centinaio di migliaia di albanesi aveva abbandonato la propria terra in fuga dalla guerra».

Ecco un approccio sicuramente ispirato da buoni sentimenti ma che non aiuta a comprendere quel che sta avvenendo. Pensare che si possa affrontare con le corti penali internazionali la seconda potenza nucleare del pianeta come se fosse la Serbia, significa prescindere dal quel principio di realtà che, come ci ha insegnato Sigmund Freud, è così utile per capire quel che avviene e poi agire nel mondo.

* * *

Su Dagospia Marco Carnelos, ex consigliere dei presidenti Prodi e Berlusconi, ex ambasciatore in Iraq ed ex inviato speciale per la Siria, dice: «Putin ha invocato l’articolo 51 della Carta, quello che riguarda l’autodifesa. Sostiene di avere cittadini russi nel Donbass minacciati dai bombardamenti di artiglieria ucraini. Dal suo punto di vista ha invaso per difendere i suoi cittadini. Negli ultimi 8 anni, nelle repubbliche separatiste del Donbass, ci sono stati 16 mila morti. La maggioranza dei morti sembra siano russi. Non ne ha parlato nessuno. Bisogna allargare un po’ il quadro per avere un giudizio più equilibrato».

Non si può essere equidistanti tra aggredito e aggressore, ma ci sarebbe bisogno di un’informazione non solo combattente e che dunque desse, se non tutti, molti più elementi per comprendere quel che è avvenuto e quel che sta avvenendo.

* * *

Sulla Zuppa di Porro si scrive: «All’improvviso i frammenti di un missile ucraino Tochka-U, lanciato con ogni probabilità da Kramatorsk, uno dei villaggi che a poco a poco sta per essere circondato dall’avanzata dei russi e dell’Esercito popolare di Donetsk, è stato frantumato dalla contraerea e cadendo al suolo ha provocato la morte di almeno 23 persone. I video arrivati dal posto da giornalisti, anche italiani, come Vittorio Nicola Rangeloni e Giorgio Bianchi, sono raccapriccianti».

Ecco un’altra notizia sulla quale mi piacerebbe qualche informazione più precisa oltre a quelle che ci forniscono i media che, comprensibilmente e nobilmente vista l’invasione russa in Ucraina, hanno indossato l’elmetto.

* * *

Su Huffington Post Italia Giulia Berardelli scrive: «Durante l’incontro a Roma con il capo della diplomazia cinese Yang Jiechi, il consigliere per la sicurezza Usa Jake Sullivan “ha sollevato direttamente e molto chiaramente” preoccupazioni per il sostegno della Cina alla Russia nella sua guerra d’invasione in Ucraina. Così il portavoce del Dipartimento di Stato americano Ned Price ha riassunto il senso del faccia a faccia, durato circa sette ore, tra l’esponente del governo americano e il massimo diplomatico cinese».

Negli ultimi dieci anni gran parte dell’impegno americano è stato speso nel contenere l’egemonismo mercantile (supportato da varie iniziative militari) di Pechino. Il più grande stratega della politica americana ancora in vita, Henry Kissinger, ha avvertito che se non si evita una saldatura tra Cina e Russia, l’Unione Europea diventerà una marginale appendice di una tremenda potenza euroasiatica. Naturalmente l’invasione russa in Ucraina modifica radicalmente tutti gli scenari precedenti. Comunque si ha l’impressione che questo avvenga senza un vera consapevolezza (con un’attenzione distratta dalle elezioni di midterm) dei problemi strategici da parte di Washington.

* * *

Su Strisciarossa Paolo Soldini scrive: «Ieri, invece, si è saputo di una telefonata di un’ora e mezza che l’israeliano avrebbe avuto con il presidente russo. Un’ora e mezza è un lasso di tempo molto lungo e anche ammettendo che i due abbiano parlato anche d’altro, dell’Iran per esempio, si può pensare che la situazione in Ucraina, gli obiettivi dei russi e le condizioni di un possibile negoziato siano stati oggetto di un confronto approfondito».

Si ha quasi l’impressione che l’unico cervello occidentale ancora ben consapevole della realtà effettuale di quel che sta accadendo sia quello israeliano.

* * *

Su Scenari economici Giuseppina Perlasca scrive: «Ma negli ultimi anni l’India ha guardato alla Russia per diversificare le sue importazioni di petrolio, che rappresentano l’85 per cento del consumo indiano, e la maggior parte di esse proviene dal Medio Oriente».

Washington minaccerà anche Nuova Delhi per i suoi rapporti con Mosca? E poi Riad, Pretoria, Brasilia, Buenos Aires, Ankara, Algeri, Dubai e così via?

* * *

Su Formiche, intervistando il generale Claudio Graziano, presidente del Comitato militare europeo, Francesco Bechis scrive: «“Le guerre innescano sempre un effetto domino di destabilizzazione”, commenta Graziano. La politica estera non prevede vuoti, “li colmano altri”, avvisa. Il terrorismo jihadista e la penetrazione russa e cinese in Africa rischiano di trarre vantaggio dalla distrazione di risorse europee destinate a puntellare il fianco orientale. “Dobbiamo imparare dagli errori del passato, abbiamo visto cosa è successo in Libia con l’avanzata di Turchia e Russia. Di fronte al dramma in Ucraina, l’Europa ha approvato in una manciata di ore lo stanziamento di 500 milioni di euro per l’acquisto di armi e l’assistenza a Kiev. Con la nota di Versailles l’Unione prende coscienza della propria missione, quella di creare una comunità effettiva di Difesa che deve operare a 360 gradi”».

I militari giustamente fanno i militari e di questi tempi mostrano un grado di realismo ben superiore a quello di politici un po’ troppo condizionati dalla retorica, pur inevitabile quando ci si trova di fronte a tragici scenari come quello determinato dall’invasione russa dell’Ucraina. Detto questo, non va scordato come il caos africano e mediorientale siano innanzi tutto frutto di pasticci politici, non militari, combinati nell’era obamiana e sarkoziana, e che se non si rimedia a quei pasticci ogni eventuale futura forza militare europea non potrà essere sufficiente.

* * *

Su Giustiziami, il sito di Frank Cimini, si scrive: «La mitica procura di Milano ormai non vince più un processo che sia uno. In appello è stato assolto tra gli altri Mario Mantovani, ex parlamentare di Forza Italia, ex vicepresidente della Regione Lombardia, il quale era stato anche arrestato con la misura cautelare firmata dal gup a un anno di distanza dalla richiesta dei pm. Sono passati ormai sette anni, una vita».

Ecco una notizia che non potevo non registrare nonostante l’attenzione per la guerra in Ucraina: la fine del martirio di Mario Mantovani. In questi anni abbiamo avuto la spietata condanna di Roberto Formigoni per concorso in vacanze, quella a Roberto Maroni per tentata fidanzata, oggi dopo che Attilio Fontana sembra sia sulla via del proscioglimento per il reato di tentata beneficenza, possiamo festeggiare il proscioglimento di Mantovani. Forse il vento sta cambiando e la giustizia potrebbe tornare integralmente giusta. Mi raccomando, non dimenticatevi il referendum: un elemento che potrebbe aiutare i processi positivi in atto nella magistratura.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.