
Inghilterra. Il caso della bimba cristiana affidata a musulmani. «Natale e la Pasqua sono feste stupide»

Una bambina di cinque anni, bianca, inglese, è stata affidata dai servizi sociali, per due volte negli ultimi sei mesi, a famiglie musulmane osservanti, nonostante l’opposizione dei genitori. Nella prima famiglia le donne indossano il niqab, l’indumento che lascia scoperti solamente gli occhi, mentre nella seconda mettono il burqa quando escono di casa. Il caso, riportato in esclusiva dal quotidiano britannico Times, ha suscitato scalpore nella capitale. Un supervisore dei servizi sociali ha raccontato che la bambina ha chiesto in lacrime di non tornare alla famiglia affidataria perché «non parlano inglese». La piccola ha raccontato che le è stata tolta la collanina con il crocefisso, è stata incoraggiata a studiare l’arabo e le è stato proibito di mangiare la carbonara, il suo piatto preferito preparatole dalla madre, perché contiene la pancetta. Inoltre, sembra che la bambina abbia detto a sua madre che «il Natale e la Pasqua sono feste stupide» e che «le donne europee sono stupide e alcolizzate».
TRAUMA. La madre della bambina, parlando con un amico, ha detto di essere sconvolta dall’ambiente totalmente estraneo in cui la figlia ha vissuto negli ultimi sei mesi. «Ha cinque anni, è nata in questo paese, parla inglese come prima lingua, ama il calcio, ha il passaporto inglese ed è stata battezzata in chiesa. Ha sofferto un terribile trauma per essere stata separata dalla sua famiglia. Ha bisogno di sentirsi al sicuro e amata. Invece, è stata intrappolata in un mondo dove tutto le appare alieno e la spaventa».
AFFIDAMENTO. Il distretto di Tower Hamlets, a cui fanno riferimento i servizi sociali che si occupano della bambina, hanno rifiutato di fornire spiegazioni al Times. In effetti, le legge prevede che nella scelta dell’affido si tenga conto del «background religioso, culturale, linguistico e di razza». In alcune aree del paese però, a causa della carenza di famiglie affidatarie appartenenti a etnie di minoranza, capita che bambini non bianchi vengano affidati a famiglie inglesi, mentre è assai raro che avvenga il contrario. Secondo le statistiche inglesi, l’anno scorso sono stati dati in affidamento 51.800 bambini, di cui il 77 per cento (cioè 39.900) sono bianchi. Dal censimento nazionale del 2011 risulta che l’80 per cento della popolazione è composta da bianchi inglesi, percentuale che scende al 45 per centro a Londra e al 31 per cento nel quartiere di Tower Hamlets. L’anno scorso, a Londra, il 39 per cento dei bambini dati in affidamento era bianco, mentre a Tower Hamlets solo il 24 per cento. Non ci sono però percentuali che indichino quanti bambini vengano affidati a famiglie dall’etnia diversa rispetto a quella del bambino.
IL CASO. I dirigenti del municipio di Tower Hamltes, citando gli obblighi di riservatezza, non hanno voluto rivelare quanti affidi inter-culturali ci sono stati e se ci sia una carenza di famiglie affidatarie inglesi. Ha però emesso un comunicato in cui scrive che molte delle informazioni diffuse dal Times sono false, a cominciare dal fatto che le famiglie affidatarie musulmane non parlino inglese. Dieci anni fa un documento del consiglio dichiarava che le famiglie affidatarie venivano scelte in base al loro background, così da rispettare la cultura di provenienza del bambino. Nel 2008 si dichiarava che le comunità sottorappresentate erano quelle caraibiche, africane, vietnamite, bianche e del Bangladesh. Nell’aprile di quest’anno gli ispettori dell’Osfted (un sistema di valutazione esterno nell’ambito dell’educazione) hanno classificato come «inadeguati» i servizi di assistenza forniti dal consiglio a questi bambini. Il Dipartimento dell’Educazione ha dichiarato che non è possibile esprimersi sui singoli casi, ma che «il background di un bambino necessita una considerazione importante nella decisione dell’affidamento».
Foto Ansa
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