Indignazione in un clic

Di Emanuele Boffi
30 Aprile 2016
Per i quotidiani online è stato un gioco da ragazzi sottolineare il contrasto tra il mostro e il trattamento riservatogli («persino la playstation»!)
Anders Behring Breivik stands on the fourth and last day in court in Skien, Norway on Friday, March 18, 2016. Breivik, the right-wing extremist who killed 77 people in bomb and gun attacks in 2011 has arrived in court for his human rights case against the Norwegian government. (Lise Aserud, NTB scanpix via AP) NORWAY OUT

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Anders Breivik, il folle neonazista che uccise 77 persone a Utoya nel 2011, ha vinto una causa contro lo Stato norvegese, colpevole di violare i suoi diritti umani in carcere, al quale è stato condannato con una pena di 21 anni (il massimo in Norvegia, dove non esiste l’ergastolo).

Il caso ha destato clamore perché la cella in cui è rinchiuso Breivik è provvista di tv, console per videogiochi e uno spazio dove fare esercizio fisico. Ma poiché egli è costretto a trascorrere 22 ore da solo, i giudici norvegesi hanno riconosciuto che sì, in effetti, tale trattamento contrasta con la Convenzione europea dei diritti umani, che proibisce la tortura e i trattamenti degradanti. Sui siti internet hanno ricominciato a girare le immagini delle splendide celle norvegesi, dotate di tutti i comfort, che paiono quasi delle villette brianzole. Per i quotidiani online è stato un gioco da ragazzi ottenere clic d’indignazione sottolineando il contrasto tra il mostro e il trattamento riservatogli («persino la playstation»!).

Negli stessi giorni è uscito il rapporto Antigone sulle carceri italiane: in celle vecchie, fatiscenti e sovraffollate sono stipati detenuti (un terzo in attesa di giudizio) come nemmeno i maiali – secondo le norme europee – meriterebbero di essere trattati. Nel 2015 vi sono stati quasi settemila episodi di autolesionismo e 43 suicidi. È una situazione di tortura che va avanti da anni, ma, a parte qualche radicale o cattolico di buon cuore, nessuno ne parla. Mica che poi qualcuno si indigni per sbaglio.

Foto Ansa

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1 commento

  1. Rolli Susanna

    Lo so che “nessuno tocchi Caino”, però speriamo che i vari Caino che sono nel mondo e che l’han fatta proprio grossa si accorgano di essere i Caino e non gli Abele; bisognerà aiutarli in questo…Che ci son tanti Caino che addirittura pretendono, oggi -fuori dalle carceri- di dare lezioni di civiltà nelle università!!; spero lo facciano almeno nella nuova veste -quella di Abele, nella veste di convertiti.Sennò son prese per i fondelli, semplicemente.
    Nel rispetto di tutti, certo, inclusi anche i poveri ABELE, con affetto:

    Susanna.

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