Indignati su Twitter: «Annulliamo la visita del Papa e diamo i soldi ai terremotati»

Di Chiara Sirianni
30 Maggio 2012
Sui social network gli utenti chiedono di annullare la parata del 2 giugno e l'Incontro mondiale delle famiglie a Milano per destinare i risparmi alla popolazione emiliana colpita dal terremoto. Intanto gli sciacalli avanzano.

Nei giorni in cui il terremoto sta devastando l’Emilia Romagna, i social network vengono utilizzati per cercare di diffondere informazioni utili, dai numeri della protezione civile a quelli degli alberghi che si sono resi disponibili ad accogliere gli sfollati. Certo, capita che a ogni tragedia segua anche lo sciacallaggio, mediatico e non. A volte si tratta di sviste di cattivo gusto, altre di palese mosse promozionali. E per ogni sciacallo c’è una massa che si indigna a colpi di tweet o status su Facebook. Il caso più eclatante è stato quello di Groupalia, un’azienda specializzata nella vendita on-line di servizi per il tempo libero, che ha cavalcato l’hashtag “terremoto” scrivendo questo tweet pochi minuti dopo la prima scossa: «Paura del #terremoto? Molliamo tutto e scappiamo a #Santo#Domingo!».

Una tremendo scivolone, pare dovuto all’inesperienza del team, costata centinaia e centinaia di insulti da parte degli utenti. E le scuse non sono state sufficienti a placare l’ira, oltre che il danno d’immagine. Non si tratta di un caso isolato: c’è anche chi ha proposto di «esorcizzare la paura del terremoto con bel pranzetto dalle nostre parti» e chi ha ricordato la vendita di scarpe sportive in grado di «assorbire le vibrazioni del terremoto». In alcuni casi i responsabili, accusati di voler lucrare sulla disgrazia, sono stati addirittura minacciati di morte. La stessa isteria che è stata rivolta a una soubrette, che ha pubblicato su Twitter la foto di un paio di scarpe ai suoi piedi con tacco vertiginoso. Pensando di sdrammatizzare con ironia, ha scritto: “Direi che la scelta della scarpa è fondamentale durante un terremoto”. Il commento le è però costato un linciaggio a colpi di tweet durato un’intera giornata. Meglio una gaffe (certo, sgradevole, ma pur sempre una gaffe) o la scelta calcolata di pubblicizzare un libro a tema terremoto, edito da Casaleggio Associati, con tanto di “Acquista ora” in bella vista, come è successo ieri sul blog di Beppe Grillo?

L’indignazione corre veloce. Sotto accusa anche la parata militare del 2 giugno: «È folle sperperare tanti soldi per la parata del 2 giugno» scrive Twitter Antonio Di Pietro. «Opportuno utilizzare quei fondi per fini sociali e di solidarietà». Gli fa eco Nichi Vendola: «Italia attraversata da lutti, disperazione, paure. Inopportuno fare ora la parata militare del 2 giugno. Altri modi per celebrare la Repubblica». Anche Cecilia Strada dichiara tramite tweet: «Annullare la parata del 2 giugno, usare i 10 milioni di euro per aiutare i cittadini post terremoto: la Repubblica si dovrebbe celebrare così». Peccato che i fondi siano già tutti spesi, i  palchi sono montati da 7 giorni e quest’anno le spese della parata siano già state nettamente ridimensionate (il Sole 24 Ore ha calcolato un risparmio di circa il 40% rispetto al solito).

Il web si sta scatenando anche per la visita del Papa a Milano: «I soldi per l’Incontro famiglie siano dati ai terremotati» è la frase che viene freneticamente copia-incollata. Ma al di là del passaggio logico discutibile, sarebbe una buona idea? «La previsione di spesa per l’organizzazione del VII Incontro mondiale delle famiglie, che è stato dichiarato Grande Evento ma senza budget di spesa, si attesta attorno ai 10.200.000 euro » ha detto Daniele Conti, consigliere delegato della Fondazione Milano Famiglie 2012. E Luigi Campiglio, professore ordinario di Politica Economica, ha recentemente posto l’attenzione sulle ricadute economiche dell’arrivo di un milione di pellegrini. In particolare sui lavori diretti e i rapporti con le imprese innescati dal VII Incontro mondiale delle famiglie: «Per l’arrivo di un milione di pellegrini, fra spese di vitto, alloggio e trasporto, abbiamo stimato un indotto economico di circa 55 milioni di euro».

@SirianniChiara

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4 commenti

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  2. jp

    E’ la voce di Giuda che rieccheggia nei secoli : “non si poteva vendere il profumo e il ricavato darlo ai poveri”?

  3. karm2807

    eh eh guai a toccare il Papa ….

  4. Salvatore Di Fazio

    Fermiamo allora anche il gay-pride per mandare i soldi in emilia e fermiamo i soldi spesi per gli aborti e le guerre

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