
Indignados, finalmente un bel film di Tony Gatlif
Natalia Aspesi ha intervistato per Repubblica il regista 64enne Tony Gatlif, che ha appena sfornato un film «dal titolo allettante»: Indignados. La pellicola è un monumento alle varie proteste piazzaiole d’Europa, ma non per questo dovete credere che Gatlif sia solo l’ennesimo qualunquista celebrato acriticamente dai giornali. C’è del pensiero, dietro il suo impegno. Alla Aspesi, per esempio, egli rivela di essere rimasto entusiasmato, girando per piazze, da slogan raffinati come: «Il capitalismo uccide, i banchieri sono ladri». E avrebbe anche individuato una possibile soluzione alla crisi dell’Europa: «Rifiutarsi tutti di pagare il debito, come ha fatto l’Islanda e in parte l’Argentina».
EUREKA. Ma come acciderbole abbiamo fatto a non pensarci prima? Eppure sarebbe bastato «non farsi intimidire dalla dittatura dei mercati», dice Gatlif. I duemila miliardi di euri di debiti dell’Italia? Chissenefrega, siamo indignados, i creditori li prendiamo a parolacce noi. Lo spread? Si attaccasse al tram pure lui. Le tasse? Manco morti le paghiamo. Il film di Gatlif? Fanculo il mercato, noi indignados certe ciofeche ce le scarichiamo gratis da internet.
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