India, Orissa: condannati all’ergastolo i sette cristiani innocenti. «È una presa in giro»

Di Leone Grotti
03 Ottobre 2013
La sentenza è stata letta stamattina. Arcivescovo emerito di Cuttack-Bhubaneshwar: «Faremo appello all'Alta corte»

Sette cristiani sono stati condannati in India all’ergastolo senza prove per l’omicidio del leader indù Laxamananda Saraswati, la cui morte ha dato inizio ai pogrom anticristiani dell’Orissa nel 2008. La condanna è arrivata il primo ottobre ma la sentenza è stata letta solo stamattina.

«VERDETTO INACCETTABILE». La comunità cristiana ha reagito con sdegno e Raphael Cheenath, arcivescovo emerito di Cuttack-Bhubaneshwar, ha dichiarato ad AsiaNews: «Faremo appello all’Alta corte contro questo verdetto ingiusto e inaccettabile. I maoisti hanno rivendicato due volte la loro responsabilità per l’omicidio del leader indù e quattro suoi seguaci».

«PROCESSO FARSA». Sjan George, presidente del Global Council of Indian Christians, aggiunge: «Questa condanna è una presa in giro, la triste dimostrazione di come funziona il sistema giudiziario indiano. I giudici erano in combutta con le forze ultranazionaliste indù».
Nei pogrom anticristiani del 2008 oltre 600 villaggi sono stati saccheggiati, 300 chiese distrutte, 5.600 case bruciate, 54 mila persone sono rimaste sfollate e 38 uccise (100 secondo la Chiesa).

@LeoneGrotti

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