India, la caccia grossa ai cristiani travolge le opere di Madre Teresa

Di Caterina Giojelli
30 Dicembre 2021
Con il blocco dei finanziamenti dall'estero alle Missionarie della Carità il premier Modi punta a strozzare l'eredità della santa, simbolo di una Chiesa viva e attiva. Da perseguitare con leggi, arresti, minacce di morte
Una suora delle Missionarie della Carità fondate da Madre Teresa tra i poveri ammassati in cerca di aiuto davanti alla Casa di Calcutta
Una suora delle Missionarie della Carità fondate da Madre Teresa tra i poveri ammassati in cerca di aiuto davanti alla Casa di Calcutta (foto Ansa)

L’India affama i poveri aiutati dai cristiani e ha ragione la Stampa a chiamarla nell’edizione cartacea di ieri “guerra a Madre Teresa”. Con il blocco dei finanziamenti alle Missionarie della Carità il premier Narendra Modi sembra davvero puntare a chiudere i conti con l’intollerabile eredità della santa di Calcutta, simbolo di una Chiesa viva e attiva in tutto il paese attraverso orfanotrofi, scuole, cliniche, ospedali, centri di accoglienza per minorenni e lebbrosari.

Soffocare le opere, o perlomeno rimettere nelle mani del partito nazionalista e induista Bjp il destino di una minoranza odiata e tuttavia ben rappresentata grazie al volto di tremila suore e 22 mila persone tra dipendenti e pazienti dei 130 centri gestiti dalle missionarie: «Che sia un modo di strozzare le attività dei cristiani per poi allentare la presa e farla passare come una concessione? Non si può escludere. Ma questo Natale è stato uno dei peggiori per i cristiani indiani», scrive Carlo Pizzati.

Strozzare le opere di Madre Teresa

Il caso scoppia il 25 dicembre, quando il ministero dell’Interno annuncia di non aver rinnovato la licenza che permette alle suore di Madre Teresa di ricevere finanziamenti dall’estero. Il motivo? La versione ufficiale è «irregolarità nella contabilità»: secondo i funzionari, ha spiegato la superiora generale delle Missionarie della Carità, suor Mary Prema, mancherebbero infatti «le condizioni di ammissibilità» ai sensi del Foreign Contribution Regulation Act, il sistema che consente di incassare donazioni straniere che tengono in vita le opere di accoglienza: stando ai media locali, si parla di 750 milioni di dollari solo nell’anno finanziario 2020-21.

Ancora la Stampa: «Qual è la verità? Che pochi giorni prima, nello Stato del Gujarat, da dove proviene il premier Narendra Modi, la polizia aveva dichiarato d’aver trovato 13 Bibbie in un centro d’accoglienza delle Missionarie della Carità, dove le ragazze lì rifugiate sarebbero state “costrette a leggere il Vangelo, recitare preghiere cristiane e indossare la croce al collo”». Accuse respinte dalle responsabili della congregazione della santa, da sempre accusata di prendersi cura della povera gente al solo scopo di convertirla, usare la carità per fare proselitismo: «Ospitiamo 24 ragazze senza famiglia, che altrimenti si troverebbero sulla strada. Partecipano alla nostra vita, e stanno con noi mentre preghiamo o diciamo messa, ma nessuna viene costretta a farlo o a convertirsi».

Preti in carcere, scuole assaltate

Secondo i mass media, ha ben spiegato Stefano Vecchia su Avvenire, «le religiose avrebbero violato la legge che proibisce e sanziona la conversione attuata con la forza, con l’inganno o in qualunque modo incentivata. In particolare, il provvedimento adottato finora in cinque Stati dell’India – Chhattisgarh, Gujarat, Himachal Pradesh, Madhya Pradesh, Odisha (Orissa) – viene applicato nei casi di conversione di donne indù all’islam finalizzato al matrimonio con musulmani, ma vede anche una crescente pressione sulla Chiesa indiana accusata di perseguire una crescita numerica a scapito della maggioranza induista, pur senza riscontri reali».

Tempi vi ha raccontato più volte come le leggi anti-conversione siano diventate una forma di persecuzione moderna (qui la terribile testimonianza di monsignor Theodore Mascarenhas, segretario generale della Conferenza episcopale indiana) da parte dei gruppi estremisti: «Se una scuola di una minoranza religiosa offre istruzione o lavoro gratuiti a una persona bisognosa, i suoi responsabili potranno essere accusati di tentata conversione», aveva commentato padre Maria Stephan, portavoce della Chiesa cattolica nello stato di Madhya Pradesh che quest’anno, a 23 giorni dall’entrata in vigore della legge più severa dell’India contava già 23 persone arrestate, come l’insegnante cristiano Chhatar Singh Katre. In capo a pochi mesi, il 6 dicembre scorso, una folla di 500 persone assaltava con spranghe e pietre la scuola St. Joseph, gestita dalla Congregazione dei Fratelli Missionari Malabar di San Francesco d’Assisi, accusati di aver convertito otto studenti la notte di Ognissanti.

Gli adepti di Modi: «Decapitate i cristiani»

In Chhattisgarh, «lo stato indiano con il secondo maggior numero di incidenti contro i cristiani», scrive il Guardian, pestaggi e minacce di morte sono all’ordine del giorno e arrivano direttamente dal Bjp in cerca di consensi elettorali fondati sull’odio religioso e dalle loro liste di proscrizione dei cristiani che starebbero cercando di evangelizzare la regione. «In alcuni villaggi le chiese cristiane sono state vandalizzate, in altri pastori picchiati o maltrattati. Le congregazioni sono state distrutte da folle e fedeli ricoverati in ospedale con ferite. Anche la polizia è accusata di aver minacciato i cristiani, di averli trascinati nelle stazioni di polizia e di aver compiuto incursioni durante i servizi di preghiera domenicali». Qui un leader indù ha di recente arringato la folla alla presenza degli alti vertici del partito nazionalista invitandola a «decapitare i cristiani».

Aiuto alla Chiesa che Soffre contava a ottobre trecento episodi di violenza perpetrati contro i cristiani in India nel 2021. Poi, la notte di Natale, la grande statua del Cristo della chiesa del Santo Redentore a Ambala, nello Stato di Haryana, era stata fatta a pezzi. Due giorni prima era toccato alla chiesa di San Giuseppe a Chikkaballapur, nel Karnataka, dove il governo locale si prepara a introdurre una sua legge anti-conversione: «Con questo di oggi diventano 40 gli attacchi avvenuti nel 2021 nel Karnataka, che è ormai il terzo Stato indiano per numero di violenze contro i cristiani» ha raccontato Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians , ad AsiaNews.

«Crudele regalo di Natale ai poveri»

«La minuscola comunità locale si trova ad affrontare continuamente vandalismi, false accuse, arresti». Eppure anche a Chikkaballapur il cristianesimo cominciò durante una pestilenza coi missionari francesi che portarono medicine, cibo e aiuto a chi stava morendo. La stessa carità che portò santa Teresa tra gli slum di Calcutta sacrificando anima e corpo per i poveri di beni e di amore. Sono loro, i «più poveri tra i poveri», i destinatari del «crudele regalo di Natale» del premier Modi, ha sottolineato Dominic Gomes, vicario generale dell’arcidiocesi di Calcutta al termine di un anno di caccia grossa ai cristiani e all’inizio della guerra a Madre Teresa.

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    1 commento

    1. ENRICO VENTURA

      È frustrante leggere delle ingiustizie che ancora oggi questi fratelli nella fede devono subire e non sapere cosa fare per loro, come poter essere utili e dimostrare la nostra vicinanza e il nostro affetto per le loro persone. Voi di Tempi potreste fare, come gli “antenati” de Il Sabato, da portavoce e rompiballe per far sapere a quelle comunità che non sono sole, che noi sappiamo e seguiamo la loro testimonianza. Potreste parlarne con associazioni, movimenti, ACS ecc. e qualcuno vi seguirà. Altrimenti fate per contro vostro. Diversamente accontentiamoci di leggere qualche pagina di Fatelli Tutti e….morta lì.

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