India, delegazione parlamentare in visita ai marò

Di Chiara Rizzo
27 Gennaio 2014
Rappresentanti delle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato oggi a New Delhi. Cicchitto: «Se India sceglierà di applicare pena di morte sarà un attacco all'Italia»

Oggi è giunta a New Delhi (India) una delegazione parlamentare di Camera e Senato, per visitare i due marò, Salvatore Latorre e Massimiliano Girone, sotto processo in India. Della delegazione per il Senato fanno parte il presidente della commissione Difesa, Pier Ferdinando Casini, e quello della commissione Esteri, Nicola Latorre (Pd), con i senatori Maurizio Gasparri (Forza Italia), Marcello Gualdani (Nuovo centrodestra), Riccardo Nencini (Partito socialista), Luis Alberto Orellana (M5s) e Antonio Fabio Maria Scarone (Gal). Per la Camera il presidente della commissione Difesa Elio Vito (Fi), e quello della commissione Esteri, Fabrizio Cicchitto (Ncd), insieme ai deputati Andrea Causin (Scelta civica), Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia), Daniele Del Grosso (M5s), Donatella Duranti (Sel), Gianluca Pini (Lega Nord), Domenico Rossi (Popolari per l’Italia) e Gian Piero Scanu (Pd). Lo scopo della visita, oltre che testimoniare la vicinanza dell’Italia a Latorre e Girone, è quello dal punto di vista diplomatico di creare una pressione legittima sul caso. La Corte suprema indiana, che già con due sentenze nel 2013 si era espressa sull’inapplicabilità della pena di morte ai due italiani, è intervenuta con una nuova sentenza che impone al governo di trovare una soluzione entro la prossima udienza del 3 febbraio.

«SOFFRIAMO CON DIGNITA’». I due marò hanno espresso gratitudine e apprezzamento per la visita dei parlamentari. Massimiliano Latorre ha rilasciato poche dichiariazioni: «Siamo soldati, soldati italiani, dobbiamo soffrire con dignità. Ci auguriamo di tornare con onore in patria». I marò hanno anche raccontato come trascorrono le loro giornate in India in attesa della sentenza: «Al mattino si lavora, poi sentiamo le nostre famiglie. Nel tardo pomeriggio facciamo ginnastica. È importante per il fisico e lo spirito. Vogliamo tornare al nostro reparto a fare il nostro lavoro». Cicchitto ha spiegato che se al caso dei due marò venisse applicata «la legge antiterrorismo che prevede la pena di morte, sarà un attacco all’Italia».

IL GROVIGLIO DI NEW DELHI. Il governo indiano sicuramente si trova in mezzo ad un garbiglio diplomatico ed istituzionale, di cui anche gli stessi giornali locali scrivono. È il caso dell’Hindustan Times, che citando una fonte istituzionale spiega: “Il problema è che il ministero si è legato le mani fin dall’inizio affidando il caso alla National Investigation Agency (Nia), un’agenzia specializzata nell’anti-terrorismo creata dopo gli attacchi di Mumbai del 26 novembre 2009”.

BONINO: «SEGUITE TUTTE LE STRADE POSSIBILI». Sulla vicenda dei due marò è intervenuta oggi anche il ministro degli Esteri, Emma Bonino, nel corso di un’intervista a Radio24: «So quello che abbiamo fatto una volta che i due militari sono stati rimandati in India, decisione presa peraltro da un altro governo. Non solo abbiamo perseguito tutte le strade possibili, ma abbiamo coinvolto l’intera Europa che ha cominciato a seguire il caso» ha spiegato Bonino, aggiungendo che «La nostra è una linea molto coordinata, senza slabbrature e solida anche da un punto di vista giuridico. Una scelta che non è quella degli urli, e con una posizione giuridica solida». A margine del caso, il ministro ha lanciato una frecciata diretta all’ex ministro alla Difesa del Governo Berlusconi: «Il problema è anche la legge La Russa, che prevede presenza di militari a bordo senza definire linee di comando. Mi riferisco alla legge La Russa, al decreto missioni. Fu proprio quel decreto che prevedeva inopinatamente militari su navi civili senza stabilire per bene le linee di comando. Alcuni tra coloro che oggi si agitano tanto sono all’origine del “caso marò”. Tutto questo sarà utile rivederlo a conclusione positiva della vicenda».

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