Incontrarsi attraverso la musica. Il tributo a Claudio Chieffo

Di Carlo Candiani
02 Novembre 2021
Ecco il doppio cd “Chieffo Charity Tribute” con una ventina di cover dei brani del cantautore interpretate da diversi artisti. I proventi per Avsi Kenya
Claudio Chieffo

Dall’inizio di novembre sarà in commercio il doppio cd “Chieffo Charity Tribute”, che contiene una ventina di cover dei brani di Claudio Chieffo, interpretate da una schiera eterogenea di artisti e cantanti della scena italiana ed estera. I proventi del Chieffo Charity Tribute saranno versati a Esharelife, Charity Foundation riconosciuta dalla Charity Commission del Regno Unito istituita per aiutare alcune delle aree più svantaggiate del mondo. L’unico scopo di Esharelife è raccogliere fondi per aiutare progetti di altri enti di beneficenza che hanno dimostrato il loro valore. Dal 2016 Esharelife sostiene i bambini in Kenya per fornire loro un’istruzione migliore e un futuro più luminoso, raccogliendo circa £ 30.000 ogni anno e inviandoli ad Avsi Kenya per consentire ai bambini e alle famiglie di avere accesso a uno stile di vita di migliore qualità.

La produzione e l’idea originale, una vera scommessa, è del Comitato amici di Claudio Chieffo coordinato da Benedetto Chieffo, con la sponsorizzazione di Esharelife Charity Foundation e il patrocinio del Club Santa Chiara.

Chi era Chieffo

Le canzoni del cantautore forlivese, scomparso nel 2007 per una aggressiva forma tumorale, furono (e sono tutt’ora) per migliaia di uomini e donne in Italia, e non solo, un catalogo di “inni” liturgici, che nel nuovo linguaggio musicale ispirato dal magmatico rinnovamento del post Concilio Vaticano II, vennero adottati nella tradizione del canto cristiano, specialmente dal nascente movimento ecclesiale di Comunione e liberazione, per poi diffondersi in tutto il mondo.

Ma nel suo vasto “songbook”, Chieffo ha, negli anni, inserito una produzione di canzoni, diciamo “laica”, nella quale esprimere la sua passione per l’uomo: «Io quando faccio una canzone non mi pongo il problema di chi sarà il mio pubblico; mi pongo il problema di essere trasparente, perché ognuno, il credente e il non credente, il miscredente, l’ateo, quello che è sempre arrabbiato, ogni uomo, possa incontrare attraverso la canzone quello che ho incontrato io» (parole registrate in un’intervista prima di un concerto a Milano, nel gennaio 2002).

Musica universale

Purtroppo la personale decisione di non accettare i compromessi con l’industria discografica, nonostante fosse il “titolare” di un catalogo musicale decisamente all’altezza della miglior tradizione cantautorale, lo ha ingiustamente emarginato affibbiandogli il timbro incancellabile di “autore cattolico” e quindi limitandolo in una precisa categoria a cui negare il “mainstream” commerciale.

Finalmente a rendere giustizia della universalità della sua musica e della sua qualità creativa, ecco arrivare questa bella e coraggiosa iniziativa: far interpretare Chieffo dai suoi colleghi artisti, provenienti da diverse esperienze umane e di carriera. Ne è scaturita una serie di cover nelle quali tutti gli interpreti si sono confrontati con la propria sensibilità, con umiltà e con arrangiamenti molto curati.

De Sfroos, Carboni, Ferretti

E, senza voler “spoilerare” troppo, ecco una piccola guida all’ascolto dei cd. Tra gli artisti più famosi coinvolti troviamo il cantautore lagheè Davide Van De Sfroos che affronta “Il viaggio” con chitarra e un violino inquieto, affidandosi in alcuni passaggi del testo al suo amato dialetto comasco.

Sorprendente Luca Carboni con “Io non sono degno”, occasione per rievocare la sua infanzia bolognese in parrocchia. Interpretazione sincera nel suo classico cantare strascicato, anche in un finale orchestrale in crescendo.

Straniante, e non poteva essere diversamente, “Il fiume e il cavaliere” nella versione di Giovanni Lindo Ferretti, l’ex punk anarco comunista più famoso d’Italia, che ormai da decenni è ritornato alla fede cattolica e al domicilio dei suoi antenati sull’Appenino emiliano. La sua voce salmodiante accompagnata da arpeggi di chitarra elettrica, trasforma il brano in un gregoriano 2.0. Affascinante.

Cevoli e Dix

Fanno parte del progetto anche due attori comici, resi famosi dalla loro partecipazione al televisivo Zelig e che vivono tutt’ora una fortunata carriera teatrale: Paolo Cevoli e Gioele Dix affrontano da par loro, il primo, con “Avrei voluto essere una banda” , un brano cabarettistico già di suo, ci introduce in un’atmosfera da balera romagnola e ci rammenta il lato “giocoso” della produzione di Chieffo.

Il secondo, con “La canzone degli occhi e del cuore” dà al brano un sapore “pop”, molto orchestrale, quasi un “musical”, che intercetta il “mood” di fondo della composizione originale, legandola ad un ricordo di gioventù.

Gli altri episodi con protagonisti quali Giorgio Conte (fratello di Paolo) con “Lontano”, Massimo Bubola (già collaboratore di Fabrizio De André e Fiorella Mannoia, ma con una carriera da solista di tutto rispetto) in campo con “L’aviatore” e Omar Pedrini (ex leader dei Timoria) che sceglie “Favola”, veleggiano alti con serietà di impegno e fedeltà filologica rispetto agli originali.

Musica popolare

Ci sono due nomi famosi per chi segue quella categoria di artisti che dedicano la loro produzione alla ricerca della musica popolare nella tradizione più profonda e antica nei secoli, attraverso l’Italia contadina e i movimenti proletari contro lo sfruttamento sul lavoro a cavallo tra l’800 e il ‘900: Giovanna Marini, interprete/icona di questo mondo musicale, declama, anzi prega con le parole “Stella del Mattino”, lasciando che il silenzio si imponga tra una parola e l’altra e valorizzi il testo profondo e orante di Chieffo, dando un senso all’esperienza di meditazione.

Il fisarmonicista Ambrogio Sparagna, insieme a Gianni Aversano (nome importante della genìa degli interpreti napoletani) tramuta “In questa notte splendida” in una “carola” natalizia scritta alle pendici del Vesuvio, tra i vicoli della città partenopea.

Giovani artisti

C’è spazio, poi, per un drappello di giovani artisti, ma già con buona esperienza nazionale ed estera, interpreti di versioni convincenti confermando l’attualità del catalogo del grande autore forlivese.

Giacomo Lariccia apre il primo cd con “La canzone del melograno”.

Enza Pagliara, direttamente dalla “Notte della Taranta” scatena una cavalcata “bluegrass” nel finale de “La ballata della società”

La voce di Mirna Kassis si inchina alla preghiera di “Reina de la paz”

L’interpretazione emozionante di Giua in “Amare ancora”, con piglio quasi blues, ci fa pensare per un attimo alle cose migliori di Mia Martini.

Roberta Finocchiaro e famiglia, affrontano “Argento” in un’atmosfera solare e limpida.

“La strada” in brasiliano

Con voci squillanti su arrangiamenti di ispirazione trobadorica Svavar Knutur con “Ritorno” e Kreg Viesselman con “La canzone dell’ideale” assolvono il loro compito con sincero impeto.

Per la sua versione de “La strada” il brasiliano Chico Lobo si affida ai ritmi e alla lingua della sua terra.

“Sulla collina” è interpretata da un Santoianni essenziale, mentre “Una Vita” (a dir la verità, un brano non molto famoso di Chieffo) dà modo a Lombroso, di scatenarsi in funk rock, quasi da hit radiofonica.

Le due versioni più sorprendenti

Ma ecco, secondo l’estensore di questa recensione, le due versioni più sorprendenti, pur come avete capito, nell’ottimo orizzonte di tutte le altre.

“Padre”, grazie all’interpretazione e alla cura dell’arrangiamento di Marketa Irglova (interprete del film “Once”) crea un piccolo gioiello; un lavoro di sovrapposizione vocale con la stessa voce di Claudio registrata con l’accompagnamento al piano di David Horovitz (grande amico negli ultimi anni di vita di Chieffo, mancato anche lui, recentemente per Covid, in America). Il risultato è decisamente evocativo ed emozionante, concludendo il brano in un delicato polifonico.

Altra vetta musicale è “La notte che vidi le stelle” che conclude il secondo cd e idealmente tutto il progetto (anche se c’è una sorpresa finale “nascosta”). Il grande trombettista jazz Paolo Fresu, accompagnato al piano da Daniele Di Bonaventura, interpreta le parole di Chieffo, nascondendole in un fiume carsico che riaffiora lasciando protagonista solo l’atto creativo musicale come se il testo si fosse fuso con le note. Un momento di grande poesia, di alta poesia strumentale e solo i più insensibili non si sentiranno inumidire gli occhi per la bellezza del brano.

Come acquistare i cd

Insomma, proprio una bella produzione, arricchita nella confezione di copertina da un bel libretto in cui sono raccolte le riflessioni dei vari artisti che hanno partecipato. E chissà che non si possa fare il bis con nuovi interpreti: buona parte del catalogo di Chieffo è ancora lì ad attendere di farsi risentire ed apprezzare con nuove e scintillanti vesti canore. Qualche idea ce l’avrei.

Informazioni per l’acquisto: e-mail [email protected]
Per acquistarlo:  www.chieffo.it

Carlo Candiani, curatore del blog Lastanzadielvis.blogspot.com

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.