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Incalza: «Dal Pnrr al Ponte sullo Stretto, il vero crimine è non fare»

Di Alan Patarga
09 Giugno 2023
“Mr grandi opere” si dice «ottimista» sul collegamento tra Sicilia e Calabria («a condizione che il governo duri»). E promuove la governance unica non solo per il Pnrr, «come vuole l’Europa», ma anche per il post alluvione in Romagna. «Altrimenti combinare qualcosa è impossibile»
La riproduzione in scala del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina mostrata in tv dal ministro Matteo Salvini
La riproduzione in scala del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina mostrata in tv dal ministro Matteo Salvini (foto Ansa)

«Non fare? È un crimine nei confronti della collettività», sentenzia Ercole Incalza, 78 anni, ingegnere e architetto, ex super dirigente del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Uno che a “fare” nella vita non ha di certo mai rinunciato, anche a costo di subire 17 (diciassette!) procedimenti giudiziari conclusi con altrettante assoluzioni. C’era da ammodernare l’Italia? Occorreva qualcuno che si prendesse la briga di mettere le firme necessarie per far uscire i progetti dal libro dei sogni. Adesso, l’apertura di un altro volume, quello del Piano nazionale di ripresa e resilienza, spinge inevitabilmente a domandarci se questi nuovi sogni facciano davvero al caso nostro. E se mai si tradurranno in realtà.
Sembrava tutto già scritto, invece governo italiano e Commissione europea sono impegnati in un ennesimo negoziato. È giustificata la volontà del governo italiano di rimodulare il Pnrr?
Posto che è inutile cercare colpevoli, vorrei ricordare cosa disse il commissario...

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