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In principio era la vittima

Di Piero Vietti
17 Novembre 2022
“L’uomo indifferenziato”, indagine di Michele Silenzi sul nuovo culto universale che mira a cancellare qualunque polemica nel nome della lotta al “dolore”
Manifestazione contro il razzismo
Manifestazione contro il razzismo a Lake View, Chicago, nel 2020 (foto di Max Bender per Unsplash)

Ogni giorno ha la sua vittima. Basta aprire un giornale, un sito, un social, per trovare qualcuno – meglio se vip – che racconta la sua sofferenza personale, un caso di bullismo subìto da bambino, un rapporto difficile con un genitore, una tragedia. Adesso va di moda così, è la civiltà empatica che lo ha imposto, da quando il bisogno di attenzione emotiva è diventato la nuova legge del conoscere e del relazionarsi con gli altri il racconto di sé è diventato seduta psicanalitica in cui raccontare il proprio trauma: l’era della suscettibilità si evolve, se tutti siamo vittime non ci sarà più nessun carnefice con cui prendersela. L’empatia è il compito morale che la società contemporanea, ultra-traumatizzata perché ultra-sensibile, affida al singolo essere umano, sempre più immerso in un mondo in cui il polemos, il conflitto che da sempre fa evolvere le cose anche attraverso la sofferenza, è cancellato, negato, accusato di fare del male perché urta la sensibilità degli altri.
È ...

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