
In piazza per la libertà di educazione

Caro direttore, le famiglie non disarmano sul tema della libera scelta educativa ed anche oggi, 29 dicembre e in pieno colore arancione/Covid, osano dire la loro mentre il Senato sta per votare la legge di bilancio, che prevede un ulteriore passo avanti nell’aiutare le famiglie stesse a poter attuare quanto previsto dagli articoli 30 e 31 della Costituzione. Il passo avanti è costituito dai 70 milioni in più previsti per gli alunni disabili che frequentano le scuole pubbliche paritarie.
A parte l’aspetto economico finalmente non indifferente, mi pare che il legislatore cominci a capire che, in tema di educazione, il soggetto vero da sostenere per il principio della sussidiarietà è proprio la famiglia che sopporta la spesa (attraverso il pagamento della retta) per l’educazione dei figli. È una direzione da incoraggiare, anche perché l’articolo 30 della Costituzione riconosce che il DIRITTO ad educare i figli spetta alla famiglia e SOLO alla famiglia.
Per tanti anni, il legislatore si è dimenticato di questo articolo ed ha fatto riferimento unicamente all’articolo 33, il che ha bloccato ogni dialogo ed ogni discorso a causa di quell’infelice espressione «senza oneri per lo Stato». Senza oneri, semmai, per costruire nuove scuole, ma non per aiutare la famiglia, come richiesto non solo dall’articolo 30 della Costituzione, ma anche e, per certi versi soprattutto, dal successivo articolo 31.
Finalmente, dicevo, pare che si stia cambiando direzione, cercando di abbassare la retta a carico dei genitori, come, molto meritoriamente, ha fatto la Cei con i sussidi concessi agli studenti in difficoltà. Anche i 70 milioni in più concessi per la disabilità fanno riferimento allo studente più che alla scuola in sé. Insomma, finalmente si sta prendendo coscienza che l’educazione e l’istruzione devono essere gratuite per tutti (articolo 34 della Costituzione). Il cammino in questa direzione sarà ancora lungo anche se appare promettente. Per questo, per usare un’espressione diventata famosa e troppo ripetuta in questo periodo, la famiglia non deve “abbassare la guardia”, ma deve continuare a vigilare affinché tale cammino non cambi, ancora una volta, direzione.
In questo senso appare comprensibile che un gruppo di famiglie e di persone interessate alla libertà di educazione (che è la principale delle libertà) sacrifichino alcune ore di questo uggioso 29 dicembre per stare a “vigilare” in piazza Montecitorio alle 12 e per ribadire i concetti qui appena espressi su una piattaforma FB (diretta da Il Monito) alle ore 19, accompagnate da suor Monia Alfieri, Giusi D’Amico, Massimo Gandolfini, Domenico Menorello e altri coraggiosi combattenti. Spero che tutto questo impegno riesca a giungere come giudizio attivo a tutte le famiglie italiane, affinché sia poi più facile al legislatore arrendersi definitivamente al testo evidente degli articoli 30 e 31 della Costituzione.
Peppino Zola
Foto Ansa
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