
In Gran Bretagna crescono gli aborti selettivi in base al sesso
Il ministro della salute, Earl Howe, ha dovuto ammettere che in Gran Bretagna stanno aumentando il numero di aborti illegali su feti di sesso femminile. Le statistiche che riguardano le nascite di maschi e femmine riportano dati in linea con precedenti rilevazioni, ma quando si analizzano quelli relativi a madri immigrate le cose cambiano: nascono meno bambine.
Howe ha detto che «negli anni tra 2007 e 2011 i dati delle nascite variano sensibilmente a seconda della nazionalità della madre». Lord Alton, il deputato che gli ha sottoposto la questione, mirava a proporre la registrazione obbligatoria negli ospedali dei feti abortiti. Ma Howe ha risposto che questo non avverrà, perché introdurre tale criterio impone l’introduzione di questioni etiche e cliniche che non vuole vengano discusse.
PREFERENZE. Ogni giorno in Gran Bretagna avvengono 600 interruzioni di gravidanza, ma l’anno scorso il Daily Telegraph ha scritto che, sempre più spesso, i medici si sono sentiti chiedere di effettuare aborti in virtù del sesso del nascituro, a discapito delle femmine. E uno studio dell’università di Oxford ha indagato sul fatto che tra il 1990 e il 2005 il numero delle femmine è stato di gran lunga superiore. Un accademico canadese, il dottor Rajendra Kale, ha pubblicato nel gennaio 2012 uno studio sul fenomeno, arrivando alla conclusione che sarebbe meglio non rivelare ai genitori il sesso del feto fino alla trentesima settimana. Questo perché, come da lui stesso notato in Canada, i genitori cinesi, coreani, indiani hanno chiaramente una preferenza che li porterebbe a decisioni drastiche.
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