
IMPREVISTI
«Un imprevisto è la sola speranza». Mi cita Montale al telefono un signore, amico e sostenitore di prima risma del Cavaliere Berlusconi vieppiù colpito da ripetute batoste elettorali e sfiancato nel suo governo da trame e tramestii degli alleati. Giusto scomodare un poeta premio Nobel per fotografare la situazione politica in cui versa il nostro governo? Forse, anche perché quella poesia, mirabile, prosegue con: «Ma mi dicono che è una stoltezza dirselo». Ovvero il supremo e lieve cinismo montaliano mette fuori gioco, ma non del tutto, la possibilità dell’imprevisto.
Dubitiamo che si possa dare all’imprevisto montaliano il volto di Casini. E il medesimo Fini, impelagato in una storia di embrioni e gossip, sta rivelando un animo di cartapesta. “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie” è pure un altro testo di grande poesia che ci azzecca sulla situazione dell’attuale governo. Ma è irriverente avvicinare il sentimento di provvisorietà del soldato Ungaretti al fronte durante la Prima guerra mondiale al timore di tornare a casa di parlamentari e ministri che non han brillato certo per senso del rischio e per coraggio negli assalti.
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