
Imprese. Arriva il “Fondo Serenella” per aiutare le vittime rovinate dai fallimenti altrui

In Italia vige un sistema concordatario «dove chi fallisce può aprire una seconda azienda senza pagare i debiti con i fornitori, che sempre più spesso si trovano sulla strada da un giorno all’altro». Al problema dei fallimenti, dunque, si aggiunge quello dello scoraggiamento delle imprese fornitrici e quello dell’impunità dei debitori. Per questo l’imprenditore e presidente di Confartigianato San Donà, Ildebrando Lava, ha pensato di istituire insieme al senatore Ncd-Udc Mario della Tor il “Fondo Serenella” per le imprese fornitrici vittime dei fallimenti.
CIRCOLO VIZIOSO. Il nome del fondo, inserito nella legge di stabilità già approvata al Senato, è dedicato all’imprenditrice Serenella Antognazzi (qui la sua intervista a tempi.it), la cui vicenda drammatica, raccontata nel libro “Io non voglio fallire”, ha poi colpito e messo in rete diversi imprenditori veneti: «Stavo ascoltando la sua testimonianza ad un raduno di imprenditori e politici e ci siamo detti che il circolo vizioso andava spezzato», spiega Lava a tempi.it. Come l’impresa di Serenella, «ce ne sono tantissime in Italia che, frodate, decidono di non reagire chiudendo e perdendo ogni speranza». Il fondo è di 10 milioni di euro annui per il triennio che va dal 2016 al 2018. Possono sembrare pochi ma «la cifra non è simbolica, perché purtroppo le aziende italiane che decidono di querelare i colpevoli del fallimento si contano letteralmente sulle dita di una mano».
INIZIATIVA BIPARTISAN. L’idea di un incentivo è importante perché permette alle imprese frodate di chiudere posizioni pericolose come l’esposizione bancaria, i debiti erariali e saldare ipoteche, liberando genitori e familiari dalle fideiussioni. Il fondo, accessibile solo nel caso in cui l’azienda vittima abbia esposto una querela e il tribunale abbia dato via al procedimento penale, incentiva quindi alla querela: «Così si spinge sia alla ripresa sia all’equilibrio del sistema costringendo a pagare chi gioca ingiustamente con le leggi tramite i concordati o i fallimenti pilotati». Secondo la proposta di legge, le somme prestate saranno restituibili in un periodo di 10/15 anni a tasso zero e con una parte a fondo perduto. Sebbene la norma non sia ancora stata approvata, «il fatto che sia stata appoggiata da tutti gli schieramenti politici ci fa ben sperare», conclude Lava.
«CONTINUARE A LOTTARE». «Il fondo – ha chiarito Serenella – non è la soluzione a un male profondo, ma permette alle vittime paralizzate dalla paura di perdere tutto di continuare a lottare. Inoltre questo fondo, come anche la mia storia insegna, ci ricorda che partendo dal basso, insieme, si possono ottenere dei risultati e vincere il torpore della rassegnazione che ha piegato gran parte di noi».
Tom Gowanlock / Shutterstock.com
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