Imprenditori a cinquant’anni per uscire dalla crisi. La storia di chi non ha avuto paura di ricominciare da capo

Di Matteo Rigamonti
09 Marzo 2014
Luca era capo magazziniere di una grande multinazionale, ora vende vino sfuso. Mario faceva il barista e ora gestisce un minigolf. Sono due dei nuovi imprenditori over 50 che si sono messi in proprio. Per la prima volta

Uno studio della Camera di Commercio di Monza e Brianza ha reso noto che su 556 nuove aziende di ultracinquantenni aperte nel 2013, ben 125 sono state avviate da imprenditori alla loro prima esperienza. Un fenomeno nuovo e interessante, che segnala il fatto che, in un momento in cui il lavoro latita, sono sempre di più le persone che accettano di rimettersi in gioco attraverso impieghi che non hanno fin lì caratterizzato la loro carriera.

DA UNA MULTINAZIONALE AL VINO. C’è chi, come Luca, è stato lasciato a casa dalla multinazionale per cui lavorava come responsabile del magazzino e ha deciso di aprire un negozio che vende vini sfusi. «Si può dire che sono un esodato, ma, grazie a una piccola indennità e a qualche euro risparmiato nel corso degli anni, ho deciso di avviare questa attività», spiega a tempi.it. «Ci lavoro insieme a mia moglie, che segue la contabilità, ma ho potuto farlo perché già avevo esperienza nel campo del vino; quando ero piccolo, infatti, mio papà aveva un bar e mi ricordo che con lui imbottigliavamo ogni anno il vino. Bianchi, rossi, Chardonnay e Barbera… ce n’era di ogni tipo! Una passione che ho sempre coltivato. Grazie a questa esperienza pregressa mi è stato possibile reinventarmi. Ora è dieci mesi che siamo aperti e gli affari non vanno male». Luca, oltre al vino sfuso, ha anche qualche bottiglia dai 5 ai 20 e più euro, per chi avesse bisogno di fare un regalo a una cena. Il vino sfuso, infatti, spiega a tempi.it, «ve bene se si vuole berlo in casa, ma noi vogliamo essere pronti a soddisfare qualsiasi richiesta dei nostri clienti».

DAL GRAND HOTEL AL MINIGOLF. Un’altra storia emblematica è quella di Mario, che per una vita ha fatto il barista in un grand hotel di Milano. «Quando ha chiuso i battenti non mi andava né di fare il disoccupato né di lavorare per un alberghetto qualunque. Così ho preferito cambiare».
Il suo comune di residenza gli ha dato in gestione il minigolf all’aperto che era abbandonato da almeno cinque anni. «Ci ho messo un po’ a rimetterlo in sesto – racconta a tempi.it – e ho dovuto anche fare i corsi per prendere l’attestato da giardiniere e poi il patentino per il lavoro in quota, ma ne è valsa la pena: ora durante la bella stagione gestisco il minigolf, dove ospitiamo anche gare federali, mentre per il resto dell’anno mi occupo di manutenzione del verde e altri lavoretti nei comuni limitrofi». Mario ha aperto una partita Iva, ma sottolinea con forza «la burocrazia è un vero sotacolo: talvolta scopri solo dopo averli richiesti che certi moduli nemmeno dovevi compilarli, oppure, viceversa, che dovevi farli e non li hai fatti e così rischi una multa».

@rigaz1

Non perdere Tempi

Compila questo modulo per ricevere tutte le principali novità di Tempi e tempi.it direttamente e gratuitamente nella tua casella email

    Cliccando sul pulsante accetti la nostra privacy policy.
    Non inviamo spam e potrai disiscriverti in qualunque momento.

    Articoli correlati

    1 commento

    Non ci sono ancora commenti.

    I commenti sono chiusi.