
Impossibile oggi essere i Monty Python: «Troppo facile offendere qualcuno»

Terry Gilliam è tornato a stuzzicare la sensibilità un po’ troppo politicamente corretta sviluppata negli ultimi anni dal suo pubblico, sia al di qua che al di là dell’Oceano Atlantico. Il prolifico regista, scrittore, sceneggiatore, produttore e attore, divenuto famoso per essere stato l’unico membro americano del gruppo comico britannico dei Monty Python, tornerà presto al cinema con un suo film, L’uomo che uccise Don Chisciotte, e l’intervista concessa al Wall Street Journal in vista del lancio della pellicola è diventata un’occasione per provocare (di nuovo) qualche animo eccessivamente sensibile.
Lo spunto è una domanda del giornalista sulla differenza tra l’umorismo inglese e quello americano. Gli inglesi, dice Gilliam, «sono molto bravi a ridere di sé. Gli americani sanno ridere meglio degli altri». È una differenza che resta ancora valida, spiega l’artista, tuttavia qualcosa sta cambiando: «Adesso non si può ridere di nessuno perché è offensivo. Si sta diffondendo una specie di egotismo: “Oh, mi stanno prendendo in giro”. Mai sentito parlare di te: sto prendendo in giro un’idea».
«CHIAMATEMI LORETTA»
L’intervistatore insiste sul tema rievocando il botta e risposta a distanza avvenuto l’estate scorsa fa tra Gilliam e il responsabile dell’area commedie della Bbc, Shane Allen, che aveva detto che se i Monty Python nascessero oggi, non sarebbero «sei ragazzi bianchi di Oxbridge». «Non ero particolarmente arrabbiato: ho fatto l’arrabbiato», ricorda Gilliam. Che poi commenta: «L’idea è che noi siamo già esclusi perché il mondo è cambiato. Allora ho detto: da maschio bianco, sono stanco di essere incolpato per qualunque cosa ci sia di sbagliato nel mondo. Perciò voglio che mi chiamiate Loretta. Sono una lesbica nera in transizione».
Ricordate quella battuta? È “presa in prestito” proprio da uno dei film più celebri (e più discussi) dei Monty Pythom, Brian di Nazareth. Nel film, uscito nel 1979, un personaggio di nome Stan a un certo punto dice: «Voglio che mi chiamiate Loretta. Voglio essere una donna». In passato (era il 2014) ci siamo già chiesti se i Monty Python avrebbero mai immaginato che quello che per loro era solo uno sketch grottesco, dopo qualche decennio sarebbe diventato un tema d’attualità. E adesso sappiamo che quella fu invece quasi una profezia involontaria.
TRA PENSIERO E REAZIONE
Sicuramente i Monty Python sapevano che avrebbero provocato proteste tra i cristiani con quelle battute ciniche sul racconto evangelico che caratterizzano il film. Eppure oggi, quarant’anni dopo, per ironia della sorte a rischiare la censura sarebbe probabilmente solo la gag di Stan-Loretta. Davanti a una trovata del genere, osserva Gilliam nell’intervista al Wall Street Journal, «oggi la gente potrebbe offendersi. E quando è così facile offendersi, non ci si diverte più a offendere!».
In questo clima, domanda ancora il Wall Street Journal, si potrebbe pensare di realizzare un altro film irriverente come Brian di Nazareth? «Non lo so, ma bisogna provarci», risponde Gilliam. Il tentativo che ha animato l’umorismo dei Monty Python, spiega il regista, era «spingere la gente a pensare invece che a reagire». Sono passati tanti anni e adesso «siamo rispettati come i grandi vecchi della commedia». Ma fare oggi quello che i Monty Python facevano allora, ammette Gilliam, «sì, sarebbe una lotta».
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