IMPERIALISMO COSTITUZIONALE

Di Giorgio Vittadini
24 Giugno 2004
Nel dibattito sull’approvazione della Costituzione europea di questi giorni

Nel dibattito sull’approvazione della Costituzione europea di questi giorni, si sottolinea come le posizioni pro e contro l’Europa siano senza reali ragioni. è proprio così? È proprio vero che chi si oppone alla Costituzione europea lo fa per una sorta di oscurantismo che impedisce lo sviluppo delle sorti umane e progressive dell’umanità?
Alcuni esempi smontano questo teorema.
Ieri su alcuni giornali si leggeva che un giocatore lettone è considerato extracomunitario, mentre un giocatore svizzero è considerato comunitario. Infatti, i 10 nuovi membri dell’Unione Europea sono esclusi per ora da tutto: dall’unione doganale, dall’euro, dalla libera circolazione dei lavoratori. Per avere un congruo finanziamento allo sviluppo, questi paesi devono sperare che gli ingenti contributi all’agricoltura franco-tedesca diminuiscano.
Allora, perché sorprendersi se la gente non va a votare e se, andando a votare, punisce pesantemente i governanti di Francia e Germania?
Perché si dovrebbe delegare una grossa fetta delle prerogative nazionali a un’entità in cui l’atmosfera comune non è quella di favorire chiunque, ma di egemonizzarlo? Perché bisognerebbe accettare di buon grado che le decisioni siano prese a maggioranza, quando questa maggioranza ha un direttorio franco-tedesco? Del resto Francia e Germania stanno facendo di tutto all’Onu per ottenere un seggio non all’Europa, ma alla Germania.
E non abbiamo ancora parlato del contenuto della Carta: un documento che non menziona l’uomo, le sue aggregazioni sociali, i suoi diritti, il nesso di tali diritti con lo sviluppo. Al confronto la Costituzione italiana è la Divina Commedia… Una Carta che si concentra sulle alchimie del voto e del doppio voto, potrà avere un’unica sorte: essere oggetto di scambio.
Questa è la Costituzione dell’Europa del declino che ha abbandonato gli ambiziosi obiettivi formulati dal Consiglio europeo di Lisbona nel 2000, dove ci si impegnava a lavorare per «divenire l’economia basata sulla conoscenza più dinamica e competitiva del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro ed una maggiore coesione sociale».
Come ha detto il cardinale Camillo Ruini, chi rifiuta le radici cristiane, rifiuta il passato e ipoteca negativamente il futuro.

*Presidente Fondazione per la Sussidiarietà

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.