
Immigrazione, i canadesi la pensano come il truce Trump (e non come beautiful Trudeau)

Quando si tratta di immigrazione, il 48 per cento dei canadesi la pensa come gli americani e il loro presidente Donald Trump e non come il premier Justin Trudeau. Vorrebbe cioè rimandare indietro tutti gli immigrati illegali che entrano nel paese. È questo il risultato di un sondaggio Ipsos diffuso ieri da Reuters.
IL SONDAGGIO. Negli ultimi mesi, centinaia di migranti africani e mediorientali, provenienti dagli Stati Uniti, sono entrati in Canada. Quattro persone su 10 (41 per cento) temono che l’immigrazione illegale renda il Canada un paese «meno sicuro» e il 48 per cento che «la deportazione di chi vive illegalmente in Canada vada aumentata». Riguardo agli ultimi arrivi dagli Stati Uniti, la metà dei canadesi ritiene che «debbano essere rimandati indietro negli Usa». Solo il 36 per cento sostiene che debbano invece essere «accolti» per avere possibilità di ottenere asilo politico.
TRUDEAU BOCCIATO. Allo stesso modo, non sono apprezzate le politiche e le dichiarazioni di apertura di Trudeau, che in occasione di una recente visita negli Stati Uniti è stato descritto dai giornali americani come l’anti-Trump per eccellenza. L’operato del premier, che ha dichiarato il mese scorso che «il Canada accoglierà i migranti che se ne andranno dagli Usa», è disapprovato dal 46 per cento dei suoi concittadini. Poco più del 30 per cento, invece, lo approva.
MENO RIFUGIATI. Il premier dal sorriso hollywoodiano, al di là delle dichiarazioni di apertura incondizionata che hanno fatto stravedere i nemici di Trump, ha mantenuto per il 2017 lo stesso numero di immigrati da accettare rispetto al 2016: 300 mila persone. Ha però ridotto di oltre la metà il numero di rifugiati a cui aprire le porte: 25 mila contro i 45 mila del 2016. Quando i riflettori delle telecamere si spengono, anche il motto «la diversità è la nostra forza» si oscura un po’.
Foto Ansa
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