
Immigrazione clandestina low cost: meno di mille euro per entrare nell’Ue passando dalla Turchia
La Mecca dell’immigrazione clandestina low cost si chiama Turchia. Lo scorso anno i passaggi di emigranti illegali fra il territorio turco e la Grecia sono stati calcolati in 47 mila, pari al 90 per cento di tutti gli ingressi illegali nell’Unione Europea individuati dalle autorità, e il motivo pare essere la convenienza economica e la relativa sicurezza dell’operazione.
Negli ultimi anni il governo islamista di Recep Tayyp Erdogan ha abolito i visti di ingresso in Turchia per molti paesi del Nordafrica e del Vicino Oriente, e segnatamente per Siria, Iran, Libano, Marocco, Tunisia, Libia e Giordania, mentre i viaggiatori provenienti dall’Iraq devono pagare 20 dollari al loro arrivo nel paese per poter soggiornare legalmente in territorio turco. Gli aspiranti emigranti verso l’Europa dei paesi sopra elencati possono ora con poche centinaia di euro raggiungere comodamente e in tutta sicurezza Istanbul, e da lì in autobus, per meno di 10 euro, portarsi al confine turco-greco, che si estende per 200 chilometri in buona parte facilmente attraversabili guadando il fiume Evros.
Le tariffe dei “passatori”, di conseguenza, risultano essere molto economiche, con minimi di appena 200 euro. Dunque il quadro dell’immigrazione clandestina dalla sponda sud del Mediterraneo sta radicalmente cambiando: dalle pericolosissime e costosissime traversate marittime, che hanno causato tante vittime e costretto i clandestini a sborsare cifre ingenti (dell’ordine delle migliaia di dollari o di euro) si sta passando a una formula dove solo l’ultimo tratto del viaggio è illegale e i costi sono contenuti in poche centinaia di euro.
Con l’assistenza di Frontex, l’agenzia della Ue che supporta i paesi membri nel controllo dei confini, la Grecia sta creando una barriera di 12,5 km di fronte alla cittadina di Orestiada, l’unico punto della frontiera che non coincide col corso del fiume Evros. La Turchia respinge le accuse della Grecia di voler facilitare l’immigrazione clandestina e mostra ai giornalisti che visitano il lato turco della frontiera telecamere ai raggi infrarossi, veicoli corazzati, militari in assetto di combattimento e cani da ricerca. Molti però continuano a pensare che la politica dei visti inaugurata da Erdogan altro non sia che una rappresaglia per l’ostruzionismo dei principali paesi europei all’ingresso della Turchia nella Ue.
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