Ho sognato san Wojtyla mentre entrava in incognito a Loreto. Lo riconobbi, mi prostrai. «Renato, ricorda», mi disse, «i santi e martiri armeni salveranno il mondo per grazia di Cristo. Seguiteli»
Migliaia di persone in piazza dei Martiri a Beirut il 12 settembre scorso per celebrare la traslazione del corpo incorrotto del cardinale e servo di Dio Gregorio Pietro XV Agagianian dalla chiesa di San Nicola da Tolentino a Roma nella cattedrale armeno cattolica della capitale libanese
Ho immaginato, preso per mano nella notte da un sogno in cui mi parlò san Giovanni Paolo II, un viaggio profetico e misericordioso, di pace e perdono, che abbia per protagonista un morto destinato a risorgere. Un’anticipazione della gloria dell’Apocalisse. Ricordate, fratelli miei? Avevo concluso l’ultima lettera dal lago di Sevan raccontando la traslazione il 12 settembre da Roma a Beirut, nella cattedrale dei santi Elia e Gregorio l’Illuminatore, del corpo incorrotto e incredibilmente tornato ragazzo del patriarca dei cattolici di Cilicia, Krikor Bedros XV cardinale Agagianian.
Tornato ragazzo? Cos’è, magia? Allucinazione? Autoconvinzione fanciullesca da beghine e beghini? Quel corpo estratto dal sepolcro romano della chiesa di San Nicola da Tolentino giaceva (l’ho visto!) nella bara di cristallo, come dormiente, nella pienezza di energia, pace, fremito e serenità del giovane adulto, che sa chi è e che non morirà non a causa della sua forza o per merito di virtù, ma per grazia del Sa...