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Diceva Charles Péguy che «ci muoviamo continuamente tra due bande di preti: i preti laici e i preti ecclesiastici, i preti clericali anticlericali e i preti clericali clericali. I preti laici che negano l’eterno del temporale, che vogliono disfare, smontare l’eterno del temporale, quello che sta dentro il temporale; e i preti ecclesiastici che negano il temporale dell’eterno, che vogliono disfare, smontare il temporale dell’eterno, quello che sta dentro l’eterno, e gli uni e gli altri non sono affatto cristiani». Chi di mestiere fa il vaticanista si trova quotidianamente schiacciato tra queste due bande di preti, maneggia una materia complicata, ha a che fare con l’Ideale e il peccato originale, la santità e i più bassi intrighi di potere, la teologia e il pettegolezzo, passa dalla cronaca delle nomine cardinalizie all’incontro con grandi personalità della Chiesa.
Scrivere di Vaticano non è come scrivere di politica, o sport, o giustizia. Ci sono le bande come ovunque, ma c’è...
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