
Il terrorista di Vienna voleva fare una strage in chiesa

Voleva compiere una strage in chiesa, Kujtim Fejzulai, la notte del 2 novembre in cui armato di tutto punto uccise quattro persone nel centro di Vienna, sparando sui clienti di bar e ristoranti. Il ventenne affiliato allo Stato islamico con doppio passaporto austriaco e macedone era conosciuto alle autorità, essendo stato condannato a 22 mesi di carcere nell’aprile 2019 dopo aver cercato di viaggiare in Siria per unirsi all’Isis. Nel settembre 2018 si era recato in Turchia per attraverso il poroso confine con la Siria, ma era stato fermato e rimpatriato in Austria, dove fu arrestato nel gennaio 2019.
LA TENTATA IRRUZIONE IN CHIESA
Il terrorista islamico è stato ucciso dalle forze dell’ordine la notte dell’attentato ma secondo le indagini, come riporta l’austriaco Kronen Zeitung, l’uomo aveva cercato di entrare nella chiesa cattolica di San Ruperto dove era in corso una riunione di 17 giovani fedeli. Fejzulai tentò invano di forzare i cancelli della chiesa, che erano stati chiusi, e venne poi ucciso lì davanti dalla polizia.
L’arcidiocesi di Vienna ha dichiarato che, uditi i primi spari, i giovani hanno spento tutte le luci all’interno della chiesa e sono rimasti nascosti fino alle 2:30 del mattino, quando la polizia ha giudicato ripristinate tutte le condizioni di sicurezza. Le autorità austriache hanno annunciato che in vista del Natale rafforzeranno le misure di sicurezza davanti alle chiese e agli altri luoghi di culto.
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