Il terrorismo? Un complotto Usa-Israele, parola di musulmano

Di Rodolfo Casadei
07 Marzo 2002
Gli attentati di settembre a New York e Washington? Moralmente ingiustificabili, ma a compierli non sono stati aggressori arabi.

Gli attentati di settembre a New York e Washington? Moralmente ingiustificabili, ma a compierli non sono stati aggressori arabi. Chi, allora? Probabilmente gli americani stessi o gli israeliani. A pensarla a questa maniera è la maggioranza degli interpellati in un sensazionale sondaggio realizzato dalla Gallup in sette paesi a maggioranza islamica: Kuwait, Libano, Pakistan, Iran, Turchia, Marocco e Indonesia. In altri due paesi, Arabia Saudita e Giordania (e anche in Marocco per quanto riguarda la domanda circa le responsabilità degli arabi), la censura ha impedito alla Gallup, storico istituto di sondaggi americano, di affrontare i suddetti argomenti.

Non sono dunque servite a nulla le indagini della Fbi, le videocassette rivelatrici, le spericolate dichiarazioni di Osama bin Laden: più della metà dei libanesi e degli iraniani, i tre quarti degli indonesiani e quasi nove pakistani e kuwaitiani su dieci considerano “non vere” le notizie secondo cui sarebbero stati “gruppi di arabi” a perpetrare gli attentati dell’11 settembre. Solo in Turchia, paese che fa parte della Nato, la percentuale di chi considera gli arabi responsabili supera di poco (46 contro 43 per cento) quella di chi invece pensa ad un complotto. Mentre in Libano la spaccatura fra i sì e i no (42 contro 58 per cento) sembra riflettere il clivage religioso del paese fra cristiani e musulmani. Quanto all’indicazione dei “veri” responsabili, la maggioranza degli iraniani indica gli americani stessi; libanesi del “no”, kuwaitiani e marocchini vedono soprattutto la mano di Israele; pakistani e indonesiani sono convinti che si tratti di “terroristi non musulmani”.

Gli interpellati di tutti i paesi sono, come era prevedibile, largamente contrari all’intervento Usa in Afghanistan, con percentuali che vanno dal 59 per cento della Turchia all’89 per cento dell’Indonesia. Fa un po’ specie, alla luce della vicenda storica dell’occupazione irakena, che anche il 69 per cento dei kuwaitiani la pensi così. Il Kuwait è addirittura il paese con la più alta percentuale di rispondenti che approvano gli attacchi a Pentagono e World Trade Center: ben il 36 per cento. Più ingrati di così…

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