Il tenore di vita delle famiglie in Italia varia da regione a regione

Di Massimo Giardina
29 Luglio 2013
Il tenore di vita in Italia varia, ma non il livello dei salari percepiti, soprattutto se il datore di lavoro è il pubblico.

In Italia costa tutto uguale? Le spese che mensilmente deve sostenere un cittadino milanese o romano sono le stesse di un residente della provincia di Ascoli Piceno o della periferia di Gorizia? Lo spessore del portafoglio ha senza dubbi delle ripercussioni sulle abitudini e sui cambiamenti dei nuclei familiari, anche se gli elementi culturali mantengono una buona incidenza sugli usi e costumi. Sta di fatto che mantenere una famiglia al nord, dal punto di vista dei costi da sostenere, è più difficile rispetto alle regioni centrali e meridionali dello Stivale; anche le metropoli registrano dei livelli di vita più alti nella comparazione con la provincia.

NON SEMPRE LA VITA COSTA CARA. L’Istat ha pubblicato lo scorso 5 luglio una ricerca sui consumi delle famiglie per l’anno 2012 rilevando le varie differenze riscontrate nelle diverse zone italiane. La regione dove si spende di più – dato influenzato dall’elevata incidenza della provincia di Bolzano – è il Trentino-Alto Adige che registra una spesa media mensile di 2.919 euro. A ruota si trova la Lombardia con 2.866 euro e il fanalino di coda risulta la Sicilia con una spesa media mensile 1.628 euro. Risulta così quasi di 1.300 euro la differenza tra le regioni con la spesa più elevata e quelle più ridotta. Questo vuol dire che se il livello salariale per tutta Italia è lo stesso, cambia di conseguenza l’attitudine ai risparmi e ai consumi dalle Alpi alle Madonie. Si prenda una famiglia con due redditi: uno dipendente delle Poste con 1.500 euro netti in busta paga e l’altro insegnante che percepisce 1.300 euro. Totale 2.800 euro di entrate mensili. La stessa famiglia arriverebbe a fine mese senza risparmiare un quattrino in Lombardia, mentre in Sicilia potrebbe aumentare il tenore di vita o risparmiare una buona cifra.

COSA METTIAMO NEL CARRELLO? Nelle regioni cambia inoltre la preferenza del carrello della spesa: nel Mezzogiorno per gli alimentari vengono destinati oltre un quinto del valore della spesa totale, mentre nelle regioni del Centro-Nord la quota è inferiore alla media nazionale. Anche per quanto concerne il costo per le abitazioni si trovano delle divergenze perché nel Centro, in particolare nel Lazio e in Toscana, le spese destinate all’abitazione rappresentano quasi un terzo della spesa; valori elevati si osservano anche in Liguria (32,8%), Lombardia (30,6%), Friuli-Venezia Giulia (30,2%) e Trentino-Alto Adige (29,5%), mentre nel Sud i valori sono più bassi.

@giardser

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