Il teatro “Piccolo Uovo” sulle famiglie gay e le lacrime di coccodrillo degli adulti

Di Benedetta Frigerio
15 Marzo 2013
Il messaggio è subdolo, l'invito non era chiaro. Alcune insegnanti sono indignate: «I genitori non sapevano». Resta la responsabilità e superficialità degli adulti

È andato in scena martedì 12 e mercoledì 13 gennaio al teatro Litta di Milano lo spettacolo tratto dal libro “Piccolo Uovo”, della madre lesbica Francesca Pardi, il cui messaggio è che una famiglia vale l’altra. Eterosessuale, omosessuale o monoparentale che sia, fa lo stesso. Il primo giorno in sala c’erano circa 180 bambini dai 3 agli 8 anni, il secondo la metà.

SUBDOLI E SUPERFICIALI. Non è in discussione il modo subdolo con cui il messaggio è passato, come sottolinea la giornalista di Avvenire, Francesca Fassini, che ha intervistato alcune maestre sconvolte dalla visione: «Avremmo dovuto vedere un altro spettacolo in cartellone a dicembre, ma con la neve è stato cancellato. E ci siamo trovati con questo», spiega un’insegnante che sapeva si sarebbe parlato di famiglia ma non in questo modo. Ma all’occhio salta anche la superficialità e la responsabilità delle scuole e delle famiglie che non si sono preoccupate di approfondire i contenuti a cui avrebbero assistito i loro bambini: «I genitori non lo sapevano», ha dichiarato un’altra maestra; «Così si contribuisce a squinternare la famiglia. Ne parleremo con i genitori ma anche con i bambini», ha detto un’altra. Resta dunque la responsabilità degli adulti, di cui alcuni si sono poi trovati a protestare versando lacrime di coccodrillo. Come già successo a Casalpusterlengo, dove lo spettacolo è andato in scena il 19 febbraio scorso presso il teatro comunale del paese gestito sempre dal Litta di Milano con 230 piccoli presenti.

LA TRAMA. Gli spettatori hanno raccontato della protagonista, che gioca fra luci e ombre di pupazzi, triste perché figlia di genitori eterosessuali separati, la cui madre passa come autoritaria ordinandole di fare i compiti e pulire. Allora la piccola comincia un viaggio dove incontra famiglie diverse, adottive di due cervi, monoparentali e di pinguini omosessuali (gli unici animali antropomorfizzati) che, inizialmente tristi, riescono ad avere un figlio senza che si capisca come. Lo spettacolo, scenograficamente avvincente, ha così attirato l’attenzione dei bambini, che non si sa cosa abbiano capito ma a cui i messaggi passano senza filtri. Alcune insegnanti forse potranno rimediare spiegando loro quello che hanno visto, ma altre, racconta un cronista, erano perfettamente consapevoli dei contenuti dello spettacolo. Anzi alla fine della visione erano ben contente di aver portato i loro alunni ad imparare che non c’è differenza fra una opzione o l’altra, l’importante è l’esistenza di un generico sentimento di benevolenza.

@frigeriobenedet

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9 commenti

  1. paolopauselli

    Cose truci.

  2. Pietro

    Vogliono proprio ucciderla questa nostra povera Italia…vogliono privare le future generazioni della gioia di una famiglia ed una sessualità normale perchè reali, mentre già sfioriamo l’indice di non-ritorno per quanto riguarda le nascite. Allora ditelo che volete farci diventare come la Svezia, la Francia e la Germania vittime inermi, legate dai loro stessi governanti, del multiculturalismo, che si fa forte anche di queste cose così degradanti.

  3. tommasoc

    “Comunisti” santi e supereroi senza poteri contro suore naziste e preti pedofili. Ah beh, proprio una bella trama per un b-movie trash anni 70. Mancano però i vampiri cannibali dallo spazio remoto e i ninja zombi dall’inferno…

    Mentre qua c’é l’ennesima generazione fregata dal demonio. E non é un film.

  4. ale

    già, è ora!
    giù le mani dai bambini! li possono toccare solo i preti sporcaccioni e le suore naziste, con la tacita approvazione del popolo cattolico.

  5. giuliano

    qualche genitore piu’ coraggioso potrebbe sporgere denuncia penale, dal momento che le associazioni a tutela dei bambini (telefono azzurro esiste ancora ??) stanno zitte, ma se poi la denuncia va in mano a un PM di sinistra il genitore rischia lui il carcere. Quindi ?? è ora di fare una rivolta popolare ma armata

    1. Filarete

      E’ ora …..

    2. Pietro

      Usare la violenza servirebbe a poco:
      1) ne farebbero un caso mediatico per paragonarci agli estremisti islamici;
      2) tutti (anche molti cattolici a-la-mode) andrebbero contro di noi;
      3) finiremmo nei pasticci per poi farli vincere sui banchi dei tribunali venduti ai nugoli degli dei delle ideologie;
      4) andremmo dalla parte del torto agendo come loro (ovvero con fini di vendetta).
      Che poi, questa è solo l’ennessima ciliegina sull’immane torta di sterco del modernismo (“la grande prostituta”, come la chiamava Giuliotti, un vero cattolico), e dovremmo scendere in piazza disarmati ,ma incarogniti più che mai, assai più spesso.

  6. Filarete

    A queste porcherie bisogna rispondere con la necessaria durezza. I danni recati ai bambini possono essere gravi.
    Sono previste richieste di sanzioni contro i responsabili? Per le maestre che “erano perfettamente consapevoli dei contenuti dello spettacolo”, e che” Anzi alla fine della visione erano ben contente di aver portato i loro alunni ad imparare che non c’è differenza fra una opzione o l’altra, l’importante è l’esistenza di un generico sentimento di benevolenza” è prevista una inchiesta sulla loro idoneità ad “educare” bambini?
    Sono pagate coi nostri soldi? Perchè?
    I cittadini si muovano, non accettino non solo il principio che sta alla base (l’ideologia omosessuale), ma soprattutto l’inganno e la truffa fatta comunque coi propri soldi. E’ nostro dovere conbattere questi comportamenti che puzzano di mafia da lontano.

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