
Il sindacato dei precari contro il concorsone, «ma è un ricorso sbagliato»
Non c’è pace per il ministro Profumo e per il maxiconcorso indettoper l’assunzione di 11.500 docenti. L’Anief, l’associazione sindacale dei docenti precari, ha infatti annunciato un ricorso che, se accolto, potrebbe far slittare l’inizio del concorso a data da destinarsi. «Ma questo è un ricorso sbagliato», commenta a tempi.it Fabrizio Foschi (Diesse).
Perchè?
Questo ricorso del Codacons, pensato insieme al sindacato dei precari Anief e appoggiato dalla Cgil, vorrebbe bloccare il concorso. Ma il problema qui non è il concorso in se, ma le pecche presenti nel suo bando. Che, per la prima volta nella storia dell’Italia, evidenzia la differenza fondamentale tra l’abilitazione e il reclutamento. Il bando dovrebbe essere riservato agli abilitati, e questo crea un precedente importantissimo, ma in realtà al concorso possono partecipare anche i laureati senza abilitazione, a patto che abbiano raggiunto la laurea entro il 2001-2002. Quindi di fatto questa possibilità introduce un fattore che smonta il vantaggio precedente, perché per una serie di persone il concorso diventa anche abilitante. Il ricorso in atto si inserisce proprio in questa incongruenza. L’Anief, secondo la logica assistenzialista tipica del sindacato, vorrebbe che il concorso diventasse aperto a tutti i laureati, con conseguente riapertura delle graduatorie chiuse al termine del concorso. Questo perché i sindacati possono controllare le graduatorie, mentre ovviamente non hanno alcun controllo sul concorso pubblico.
Qual è la posizione di Diesse in merito?
Come associazione siamo d’accordo sul concorso riservato ai soli abilitati, che introduce per la prima volta la separazione netta tra l’abilitazione e il reclutamento. L’aspetto negativo però c’è ed è importante: questo concorso impedisce la partecipazione ai giovani che stanno facendo il Tfa, dato che il bando per l’iscrizione scade il 7 novembre e per quella il Tirocinio formativo attivo non sarà ancora terminato. Sarebbe bastato indire il concorso tra un anno, al termine di tutte le prove per il Tfa. Per quanto riguarda il ricorso dell’Anief, però, che mira a riaprire le graduatorie e a negare quindi un nuovo sistema di reclutamento siamo in totale disaccordo. Come Diesse ci siamo battuti proprio perché la separazione tra abilitazione e reclutamento rendesse chiara la posizione degli insegnanti, professionisti che acquisiscono un’idoneità e la spendono quando vogliono.
Intanto il ricorso rischia di rimandare a data da destinarsi l’inizio del concorsone.
Purtroppo i ricorsi, per quanto legittimi, bloccano la vita scolastica e creano disagio, sono forme di sciopero di tipo assistenzialista. Io spero che non accada questa volta, ma spero anche che il Ministro mantenga la promessa e indica un nuovo concorso per soli abilitati in primavera, a cui possano partecipare i giovani che nel frattempo avranno concluso il Tfa.
In questi giorni si parla anche dei ritardi nelle nomine degli insegnati di sostegno.
Questo è un altro – l’ennesimo – problema della scuola italiana. Negli ultimi anni è aumentato notevolmente il numero di ragazzi che richiede il sostegno, anche perché nella scuola arrivano sempre di più studenti disabili dal punto di vista dell’apprendimento, dislessici o disgrafici. È importante fare il punto della situazione e capire quanti ragazzi hanno effettivamente necessità del sostengo e se una parte delle competenze possa e debba essere degli insegnanti curriculari.
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