
Il Senato vota la fiducia al dl lavoro. Proteste in aula M5S
Il Senato ha votato con 158 sì e 122 no la fiducia al decreto legge Poletti. Il voto di fiducia era stato posto stamattina dal governo. La seduta a Palazzo Madama è ripresa alle 13, e dalle 15 sono iniziate le dichiarazioni di voto dei vari gruppi, mentre il Movimento 5 stelle ha messo in scena una protesta. La chiama al voto è stata anticipata alle 16, mezz’ora rispetto all’orario inizialmente previsto.
BAGARRE IN AULA. Durante le dichiarazioni di voto di una delle senatrici grilline, Nunzia Catalfo, i colleghi del movimento hanno mostrato delle t-shirt con la scritta “Schiavi mai”. Prima del voto, la seduta ha dovuto essere sospesa per qualche momento perché i senatori grillini si sono ammanettati tra di loro. Il senatore Francesco Campanella, espulso a febbraio dal M5s, ha criticato la protesta definendola «ostentazione esibizionista di un’opposizione sterile».
IL TESTO VOTATO. Il testo votato è stato quello uscito dalla commissione Lavoro che, tra le altre modifiche rispetto al testo approvato dalla Camera, vede la cancellazione dell’obbligo per le imprese di assumere la quota di lavoratori precari eccedente il 20 per cento (le aziende, nel nuovo testo, se assumeranno oltre un quinto dei loro dipendenti con contratti a termine dovranno pagare dal 20 al 50 per cento della retribuzione, come sanzione). Il punto è stato introdotto dopo una lunga “trattativa” tra il governo e Ncd di Angelino Alfano.
FORZA ITALIA: «EMERGONO I PROBLEMI INTERNI AL PD». Sulla decisione dell’esecutivo di porre la fiducia, erano state diverse le critiche. Particolarmente dura la senatrice Fi Manuela Repetti, che ha evidenziato che la scelta del governo «mette in rilievo ancora una volta i problemi interni al Pd, con una frangia da sempre rappresentativa dei sindacati, che non accetta un cambiamento reale che possa finalmente riattivare un mercato del lavoro reso immobile da anni di dominio sindacale». Repetti ha poi aggiunto che «Il dl andava nella direzione giusta, ma la Cgil vorrebbe di più. Ecco quindi l’ennesima fiducia per evitare la palude e le insidie della sinistra conservatrice». Per la collega di partito Anna Maria Bernini, inoltre, «Nel testo finale c’è più Fornero che Biagi, non c’è flessibilità in entrata. C’è, insomma, tutta l’impotenza di un presidente del Consiglio che pretende di governare a colpi di slogan e slide». Il Movimento 5 stelle invece ha ribattezzato il nuovo testo “Precari act”: per il senatore grillino Maurizio Buccarella la fiducia «Significa che il lavoro fatto da tutti i nostri portavoce in Senato verrà buttato nel “wc” come se nulla fosse. Ancora una volta il Parlamento viene espropriato di ogni funzione, per la sesta volta il Governo Renzi violenta le istituzioni e la democrazia in questo Paese».
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