Il satellite Planck svela i segreti dell’Universo primordiale – FOTOGALLERY

Di Laura Borselli
14 Gennaio 2011
Due anni fa Planck ha preso il largo nello spazio. E ora comincia a tracciare la mappa dell'universo che gli scienziati dell'Agenzia spaziale europea (Esa) gli avevano commissionato. Planck ha rilevato l’esistenza di una popolazione di galassie, altrimenti invisibili, a miliardi di anni indietro nel tempo

Due anni fa Planck ha preso il largo nello spazio. E ora comincia a tracciare la mappa dell’universo che gli scienziati dell’Agenzia spaziale europea (Esa) gli avevano commissionato. «Tutto l’Universo è un palcoscenico, e tutte le galassie non sono altro che attori», scriverebbe Shakespeare se fosse un astronomo dei nostri giorni. Ebbene di quel palcoscenico e degli attori che lo popolano, Planck ci offre ora una nuova e più completa visione, rivelando il dramma dell’evoluzione dell’Universo.

È un palcoscenico, quello dell’Universo, sul quale va in scena un dramma in tre atti. Quello che riescono a cogliere i telescopi ottici, l’arazzo di galassie che ci circonda, è poco più che l’atto finale. Con le sue misure a lunghezze d’onda che vanno dal radio all’infrarosso, Planck è invece in grado di risalire indietro nel tempo, e mostrarci i due atti precedenti. I risultati presentati qualche giorno fa riguardano l’atto di mezzo, quando le galassie si stavano ancora formando.

Qui Planck ha rilevato l’esistenza di una popolazione di galassie, altrimenti invisibili, a miliardi di anni indietro nel tempo:
avvolte nella polvere, in esse si formavano stelle a un ritmo vorticoso, da 10 a 1000 volte più rapido di quello che possiamo osservare oggi nella nostra galassia. Si tratta di misure mai effettuate prima a queste lunghezze d’onda.
Il prossimo rilascio di dati è in programma per il gennaio 2013. Saranno dati in grado di mostrare, a un livello di dettagli senza precedenti, la radiazione del fondo a microonde. L’atto iniziale del dramma cosmico, dunque: l’immagine dell’origine di tutto.

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