Il ritiro di Raul e le grandi bandiere che non muoiono. Nemmeno alla Juve

Di Emmanuele Michela
23 Aprile 2012
L'ex stella del Real Madrid ha annunciato di voler lasciare a fine stagione il calcio europeo. Una bandiera che troppo presto è stata lasciata partire dalla Spagna si è ritrovata a vivere una nuova giovinezza allo Schalke. Una vicenda che dovrebbe far riflettere Andrea Agnelli, in questi giorni in cui si parla del rinnovo del contratto di Del Piero.

71 gol e 144 presenze in Champions League, 550 partite con il Real Madrid dove ha bucato la rete 228 volte. Sono le cifre di un campione assoluto, la cui carriera è però ormai agli atti finali: Raul Gonzalez Blanco ha infatti annunciato di non voler rinnovare il suo contratto con lo Schalke 04, e di essere prossimo a lasciare il calcio europeo. L’attaccante spagnolo si gode così le ultime giornate di Bundesliga, con un occhio puntato però al fronte medio-orientale: pare che anche lui gradirebbe un trasferimento negli Emirati Arabi, lidi apprezzati da molti suoi colleghi sulla via del tramonto. Ma con questa decisione va in archivio un pezzo di storia del calcio, famoso per essere il cannoniere più prolifico delle competizioni europee. Un primato cui ora può puntare, un po’ utopicamente, Filippo Inzaghi, che lo insegue a 7 reti di distanza. Ma siamo certi che anche SuperPippo non avrà gioito nell’apprendere il ritiro del collega. Un’altra grande bandiera che, come lui, è stata messa da parte troppo presto.

Sì perché Raul ha legato il suo nome in maniera indissolubile alle Merengues: 18 anni nella capitale spagnola, 3 volte sul tetto d’Europa, 2 Coppe Intercontinentali e 7 stagioni da capitano con una media realizzativa di cui già si è detto. Ma nel 2010 lasciò la Spagna: il Real non gli rinnovò il contratto. Nessun risentimento da parte sua verso quel club che gli diede tantissimo, ma fu evidente che quella storia d’amore poteva durare ancora a lungo; Raul qualcosa da dire ce l’aveva ancora, e l’aridità della stagione successiva delle Merengues (vincenti solo in Coppa del Re) è lo specchio di una squadra che, chissà, magari sarebbe stata diversa con quella bandiera ancora in campo.

E che i suoi 33 anni non fossero poi un fardello così pesante, Raul è voluto andare a dimostrarlo in Germania, zona Gelsenkirchen. Due stagioni con la maglia dello Schalke 04, 96 presenze e 39 gol, 2 trofei conquistati, insieme al cuore di una città intera. Altro che finito, lo spagnolo qui è ringiovanito di 6-7 anni. Lo sanno bene i tifosi dell’Inter, che da Raul e compagni lo scorso anno si presero 5 schiaffi sonori in Champions League. Lo sa bene, manco a dirlo, Pippo Inzaghi, che ha dato vita a un botta e risposta a suon di gol con l’ex-madridista, che alla fine si è aggiudicato il già citato record proprio grazie alle reti fatte in Germania.

La vicenda di Raul ricorda un po’ quella di Del Piero con la Juve. Non si sa se il prossimo anno Alex sarà ancora a Torino, dato che il rinnovo del suo contratto sta assumendo tinte telenovelistiche. Ma quest’anno Pinturicchio ha fatto capire chiaramente di non patire il peso degli anni, né i troppi esili tra panchina e tribuna. Zitto e mosca ha giocato poco, ma ha segnato i gol pesanti, spingendo i bianconeri sui due fronti dove puntano alla vittoria finale: in campionato con l’Inter e la Lazio, in Coppa Italia ha aperto le marcature nella semifinale col Milan. I tifosi lo vogliono ancora, perché il capitano è il capitano, e le sue perle è ancora capace di garantirle.

Peccato però che non non sembri della stessa idea il presidente Agnelli, che da ottobre non si è schiodato dall’idea iniziale: «Questa è l’ultima stagione di Del Piero alla Juve», continua a ripetere, con un’ostinazione che stupisce. La speranza è che il giovane presidente ci ripensi. E soprattutto rifletta sulla storia di Raul, prima di lasciar migrare Alex verso le oasi arabe. 

Twitter: @LeleMichela

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