
Il redesign dell’etica nell’ambiente digitale: tra utopia e realtà

L’etica riguarda da sempre la domanda circa la comprensione del “bene” nel senso della realizzazione della “vita buona”. Adriano Fabris la determina come il saper orientarsi di ciascuno e ciascuna negli ambienti molteplici in cui la vita si realizza, «naturali, culturali e tecnologici, online e offline», e nel sapersi relazionare a ciascuno di essi acquisendo la capacità di «metterli in gerarchia». La sfida delle nuove tecnologie e la loro forza trasformatrice della vita si coglie grazie a questa prospettiva proprio nella consapevolezza che «gli ambienti digitali o, addirittura, virtuali» non costituiscono una sfera accanto agli altri ambienti ma li pervadono trasversalmente – infatti viene citata la formula di Luciano Floridi «“onlife”, a indicare la fusione di offline e online» – mentre allo stesso momento effettuano delle ripercussioni sull’autocomprensione del soggetto chiamato di “orientarsi” in un contesto che perde le “coordinate cartesiane”. […]
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