
Il “redditest” apre la stagione della caccia all’evasore
La lotta all’evasione universale prende forma. In queste giorni sono in via di definizione il nuovo redditometro – l’ultima frontiera dell’accertamento sintetico – e l’annesso “redditest”. Il primo è l’arma principale in mano all’Agenzia delle Entrate per la determinazione del reddito presunto delle persone fisiche dedotto dal computo delle spese effettuate; il secondo è un software che permetterà al contribuente di verificare preliminarmente la propria posizione prima di procedere alla compilazione della dichiarazione dei redditi. Il redditometro sarà sperimentato da qui a fine anno per poi partire definitivamente a gennaio 2013, mentre per il “redditest” è solo questione di giorni: come ha infatti dichiarato il numero uno dell’Agenzia delle Entrate, il direttore Attilio Befera, il redditest sarà pronto per il 10 di novembre.
TREMANO IMPRENDITORI E FAMIGLIE. Il principio alla base del nuovo redditometro (introdotto dall’art. 22 del dl 78/2010, convertito dalla legge 122/2010, ma rimasto fino ad ora nel limbo della sperimentazione) è piuttosto semplice: stabilire il reddito presunto del contribuente a partire dalla sua capacità di spesa, per poi incrociarlo, a fine anno, con quello emerso dalla dichiarazione dei redditi. E per definire la capacità di spesa del contribuente il fisco farà affidamento sulla selva di dati di cui già dispone o presto disporrà l’Agenzia delle entrate, come le spese sostenute dal contribuente e già presenti in anagrafe tributaria e tutte quelle ricavabili dai diversi obblighi di comunicazione telematica (si pensi, per esempio, ai fornitori di utenze).
A finire pertanto nel “calderone” del fisco saranno tanto le spese per auto di lusso e barche quanto quelle per il mutuo sulla casa, l’assicurazione, o l’abbonamento della palestra. Ma ci saranno anche quelle per l’istruzione dei figli piuttosto che le donazioni alle onlus. Il redditometro sarà inoltre in grado di soppesare nel computo della capacità di spesa, tramite un coefficiente di moltiplicazione, la provenienza geografica del contribuente e il nucleo familiare di appartenenza: ciò significa che, per esempio, l’acquisto di un auto di lusso in Sicilia potrebbe avere un peso diverso da una acquistata da parte di un cittadino veneto ai fini dell’accertamento. Qualora il reddito presunto dovesse discostarsi di oltre il 20 per cento da quello dichiarato, scatteranno le verifiche.
IN REGOLA CON IL FISCO. Qui entra in gioco il “redditest”: il software predisposto dalle Entrate e finalmente in dirittura d’arrivo consentirà a chiunque di verificare in via preventiva se il reddito dichiarato è o meno coerente con le spese sostenute. Inserendo i dati sulle spese più significative che si sostengono in ambito familiare, si otterrà un riscontro molto semplice: una luce verde indicherà la coerenza, mentre quella rossa indicherà la presenza di discrepanze. In questo secondo caso, se si crede che le spese siano comunque in regola, sarà meglio contattare il proprio commercialista di fiducia per evitare di incappare in brutte sorprese.
C’E ANCHE IL SID. Tra pochi giorni, inoltre, gli agenti del fisco avranno a disposizione un ulteriore fonte di dati per condurre la lotta all’evasione e gli accertamenti. Si tratta del Sid, il Sistema di interscambio dati che metterà nelle mani l’Agenzia delle entrate tutti i dati identificativi dei rapporti bancari, con le informazioni relative ai saldi (iniziali e finali) e ai movimenti finanziari aggregati del periodo.
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