Il prossimo presidente del Movimento per la Vita? Non può essere un politico

Di Benedetta Frigerio
24 Settembre 2013
Il senatore Carlo Giovanardi e Luca Volontè concordano. Il prossimo leader dei pro life italiani non deve essere un esponente di qualche partito

A febbraio dell’anno scorso, il presidente del Movimento per la Vita, Carlo Casini, aveva annunciato informalmente l’intenzione di non candidarsi più alla presidenza. Il lodevole lavoro di tanti volontari del Movimento ha bisogno oggi di un nuovo slancio e – a livello di leadership – di qualche correzione. Secondo una fetta di militanti, infatti, in questi anni si sono vissute delle incomprensioni per il doppio ruolo di Casini. Casini è stato, da un lato, impegnato anima e corpo nelle battaglie per la vita, dall’altro, però, anche esponente di un partito. Al di là delle rispettabilissime scelte personali di Casini, una parte dei volontari ha vissuto con difficoltà l’essere percepiti come “una parte” politica.
Racconta a tempi.it un militante che preferisce rimanere anonimo: «Se incontravamo esponenti di partiti diversi da quello di Casini, quando ad esempio proponevamo di firmare delle convenzioni ai Comuni, molti ci chiudevano la porta in faccia ancora prima di lasciarci parlare». La confusione tra l’attività del Movimento con quella politica del presidente «ha poi inciso anche nelle scelte del direttivo: le pubblicazioni della nostra rivista spesso coincidevano con il programma elettorale di Casini. A parlare della vita, durante la campagna elettorale, venivano invitati politici che con la causa del Movimento non c’entravano nulla. Il che ha prodotto molte lacerazioni e una certa stanchezza».

L’ANOMALIA ITALIANA. Quale profilo deve avere il futuro presidente? Quale la modalità migliore oggi per difendere la vita? Carlo Giovanardi, senatore del Pdl, in prima linea nelle battaglie sui temi bioetici, è sicuro: «Il Movimento per la Vita non può essere presieduto da un parlamentare in carica». Nonostante Casini abbia «contraddetto questo principio, essendo contemporaneamente parlamentare europeo e presidente del movimento», l’anomalia deve essere superata: «Casini è stato il fondatore del Movimento» e «solo successivamente ha assunto incarichi parlamentari». Ma un deputato, secondo il senatore, è «inevitabilmente coinvolto in polemiche politiche contingenti o peggio sottoposto alla disciplina del gruppo di appartenenza».

LA FORZA DEI MOVIMENTI INTERNAZIONALI. Uno sguardo alle grandi organizzazioni pro life internazionali potrebbe offrire spunti di riflessione. Ne è convinto l’ex europarlamentare Luca Volontè: «Negli altri Paesi all’interno dei direttivi delle associazioni, organizzazioni e movimenti che difendono la vita e la famiglia non ci sono politici. Questo è lo standard perché si vuole evitare di identificare temi trasversali con un partito». Secondo Volontè occorre quindi «eleggere una persona notoriamente impegnata nella causa del Movimento in modo disinteressato».
Per questo, conclude Giovanardi, «imporre oggi un parlamentare in carica come presidente part-time del Movimento per la Vita sarebbe un errore gravissimo che indebolirebbe e non rafforzerebbe la sua missione».

@frigeriobenedet

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1 commento

  1. beppe

    bravo tossani. le candidature dei ”cattolici sinceramente democratici” che ( guarda caso) sono tutti a capo delle associazioni ”cattoliche” istituzionali o ufficiali, vanno tutte a finire nel pd ( la binetti NON E’ MAI STATA NEL PD correggiti! ). alle ultime elezioni tra patriarca, nardelli, pizzul in lombardia è stata una vergogna. per non parlare delle elezioni comunali di milano dove il puffo viola e la casa della miseria diretta da don COLMENGA hanno regalato milano alla banda pisapia. uno schifo.

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