
Il poeta cattolico s’annoia a parlar di Dio con chi non ci crede
A chi giova avere Dio oggi sulle prime pagine dei giornali – compreso quelli teocon come il Foglio? Ho l’impressione che troppe volte Dio sia usato come un buon argomento per ravvivare una passione che tende a spegnersi per la politica e per il dibattito. Il Dio a cui si è devoti è la politica e poiché adesso Dio tira di più come argomento rispetto ad altri lo si mette un po’ ovunque. Fino ad arrivare alla comicità di un Turani che su Repubblica cita per intero l’abiura di Galileo parlando di un problema storico e fiscale come quello dell’Ici sui beni ecclesastici. Ma è un Dio dei filosofi o dei giuristi, poco della vita. Comodo a chi oggi ha convenienza ad esser clericale senza esser credente e a chi ha interesse ad esser anticlericale essendo a corto di altri argomenti. Nel mezzo, la presenza viva dei cristiani e la vita reale della Chiesa c’entran poco e ne avranno solo danno. L’invito di Ratzinger a quei laici che hanno rotto il fronte del laicismo più stupido sulle faccende di bioetica e dintorni a vivere «come se Dio ci fosse» è un invito a verificare con la vita se Dio c’è. Può essere un cammino lungo, una verifica appassionata e seria. Ma di certo, Dio è attuale perché oggi più che mai c’è bisogno di una paternità positiva nell’esistenza. La scoperta del volto di Dio è diversa da un dibattito giuridico-filosofico. Di Dio, anche suoi giornali, si può raccontare la ricerca e la scoperta. Ma a trattarlo come argomento, dopo un po’ annoia.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!