Chi avrebbe mai immaginato che le parole incomprensibili di Hermannus Contractus sarebbero state ascoltate da papi e imperatori?
Il beato Ermanno di Reichenau, detto “il Contratto” o “lo Storpio”, autore fra le altre cose del Salve Regina
Ai giorni nostri non lo si farebbe nascere, per compassione forzata o per la ragione che un fiore che non è destinato a schiudersi non deve diventare bocciolo. Il suo corpo stesso, si farebbe notare, esprime il rifiuto della nascita. Le piccole gambe ripiegate come quelle di una rana, le piccole braccia ritratte come ali di pollo, si rannicchia come se, fuori dal grembo materno, volesse conservare la posizione fetale. «Perché mi avete fatto uscire?», accusa mutamente. «Guardatemi! Ero fatto come per essere concepito in un cranio, simile a un’idea che muore senza diventare qualcosa nel mondo, simile ai progetti che passano come sogni…». Ma accade che l’incubo stesso divenga una felice realtà. Eccolo, mucchio di carne gettato nella stalla di un monastero sul lago di Costanza. Ha forse quarant’anni. Fa il gesto convenuto perché frate Bertoldo lo trasporti nella sua cella come un bebè. Ha sentito dentro di sé le prime parole e le prime note di un cantico alla Vergine. Le detterà ...