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Poco al di sotto del potere divino di assolvere i peccatori c’è quello regale di graziare i criminali. I monarchi per secoli hanno disposto atti di clemenza, amnistie, perdoni, commutazioni di pene per i più svariati motivi (ottenere il favore del popolo, tenere insieme un regno lacerato dalle divisioni, mostrarsi superiori alla plebe, correggere un torto, dare una seconda possibilità ai pentiti, spezzare il cerchio della vendetta) e la qualità del sovrano “grazioso” è stata trasmessa anche nella democrazia americana, che tanta ansia aveva di liberarsi delle qualità soprannaturali dell’odiato sovrano britannico.
È stato Alexander Hamilton a proporre una versione della grazia monarchica nel nascente sistema repubblicano. Insisteva che questa «prerogativa benigna» del sovrano dovesse in qualche modo essere trasferita al vertice dell’edificio democratico per evitare che la durezza dei codici penali finisse per essere l’ultima parola pronunciabile nell’edificio della giustizia. «Senza un a...
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