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Il mio amico “Carras”, che ha vissuto tutta la vita sapendo che «il sole c’è»

Di Giancarlo Cesana
03 Marzo 2024
Jesús Carrascosa imitò quello che aveva fatto don Giussani. Assunse una cattedra di religione e, senza chiedere permessi o avanzare pretese, insegnando, fece un nuovo movimento cattolico in Spagna
Jesús Carrascosa Ruiz detto Carras (1939-2024)
Jesús Carrascosa Ruiz, per gli amici Carras (1939-2024)

Ricordo che quando don Luigi Giussani arrivò all’età che ho io adesso diceva che gli «era scoppiata la vecchiaia». Posso dire lo stesso di me: non solo per gli acciacchi che si moltiplicano e cronicizzano, ma perché “mi muoiono” amici che conosco da decenni, con molti dei quali ho cominciato il movimento di Comunione e Liberazione quando facevo l’università.
Questo inizio d’anno è stato terribile. Dovrei andare a un funerale ogni due giorni o quasi. «Siamo qui provvisori», diceva don Fabio Baroncini. C’è da osservare però che i funerali hanno una solennità che gli altri gesti liturgici raramente raggiungono. Ai funerali la questione si fa “spessa”. Si tratta di credere nella risurrezione e nella vita eterna come destino personale. Si è messi di fronte all’esistenza intera di una persona, alla sua avventura umana, alle sue amicizie e a quello che ha generato. Anche nei funerali più spogli insorge la domanda su che ne sarà di noi, di me. Il bisogno drammatico di essere accolti ...

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