Jesús Carrascosa imitò quello che aveva fatto don Giussani. Assunse una cattedra di religione e, senza chiedere permessi o avanzare pretese, insegnando, fece un nuovo movimento cattolico in Spagna
Jesús Carrascosa Ruiz, per gli amici Carras (1939-2024)
Ricordo che quando don Luigi Giussani arrivò all’età che ho io adesso diceva che gli «era scoppiata la vecchiaia». Posso dire lo stesso di me: non solo per gli acciacchi che si moltiplicano e cronicizzano, ma perché “mi muoiono” amici che conosco da decenni, con molti dei quali ho cominciato il movimento di Comunione e Liberazione quando facevo l’università.
Questo inizio d’anno è stato terribile. Dovrei andare a un funerale ogni due giorni o quasi. «Siamo qui provvisori», diceva don Fabio Baroncini. C’è da osservare però che i funerali hanno una solennità che gli altri gesti liturgici raramente raggiungono. Ai funerali la questione si fa “spessa”. Si tratta di credere nella risurrezione e nella vita eterna come destino personale. Si è messi di fronte all’esistenza intera di una persona, alla sua avventura umana, alle sue amicizie e a quello che ha generato. Anche nei funerali più spogli insorge la domanda su che ne sarà di noi, di me. Il bisogno drammatico di essere accolti ...