Il ministero alle scuole medie milanesi: chi non ha ancora adottato programmi contro gli stereotipi di genere?

Di Benedetta Frigerio
11 Aprile 2014
L'Ufficio per la Lombardia del Miur ha inviato ai presidi delle scuole secondarie di primo grado di Milano un curioso questionario per sapere se «nella scelta dei libri di testo, l’attenzione alle pari opportunità costituisce un criterio»

Chi non ha ancora sentito parlare delle differenze di genere? Vuole saperlo l’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia del ministero dell’Istruzione che ha inviato a tutti i dirigenti scolastici degli istituti secondari di primo grado di Milano e provincia un questionario per capire in quali istituti non si sono ancora svolti progetti che parlino delle «differenze di genere», allo scopo di «elaborare criteri per misurare l’attenzione delle istituzioni scolastiche ai temi delle pari opportunità/differenze di genere».

I MODULI. La modulistica dovrà essere riconsegnata entro lunedì 14 aprile e dovrà contenere risposte affermative o negative a domande come queste: «Nella stesura delle documentazioni scolastiche (regolamento, piano di lavoro annuale, relazioni finali, registri, ecc.) e nelle comunicazioni interne (circolari) c’è attenzione ad adeguare il linguaggio ai due generi?». E nella «nella stesura della documentazione per le famiglie?». Si chiede inoltre se i docenti sono ancora legati ai vecchi stereotipi o se «hanno richiesto o seguito corsi di formazione relativi ai temi delle pari opportunità o delle differenze di genere». E ancora se «nella scelta dei libri di testo, l’attenzione alle pari opportunità costituisce un criterio», sebbene poi non sia spiegato da nessuna parte cosa significhi adottare un testo di matematica o italiano in base al criterio delle pari opportunità.

NUOVI MODELLI. Non è difficile comunque capire dove si voglia andare a parare. L’indagine è situata all’interno di un progetto, imPARIaSCUOLA, promosso dalle consigliere di parità della Provincia di Milano e della Provincia di Monza e Brianza, Tatiana Biagioni e Serenella Corbetta, in collaborazione con Afol Milano e finalizzato «a contrastare gli stereotipi di genere che producono segregazione e limitano la piena espressione e realizzazione delle persone». Già svolto fra alunni, docenti e famiglie di alcune scuole elementari medie e superiori delle province di Milano e di Monza e Brianza, imPARIaSCUOLA mira a contrastare «le differenze e gli stereotipi di genere». Con un programma che non fa della «differenza di genere solo un destino, ma piuttosto una vocazione inserita in una realtà più grande di quella individuale», che «nel tempo può incoraggiare il cambiamento». Come? Nel confronto «tra generi» e nella «scoperta dei cambiamenti (p.es. nei modelli , nell’educazione…)», per «interpretare il cambiamento e guidarlo/generarlo».

LA CULTURA. Quanto ai risultati ottenuti nelle scuole, il sito di imPARIaSCUOLA festeggia perché, se da una parte «un gruppo di ragazzi dichiara che esistono differenze fin dalla nascita», tuttavia «in generale i ragazzi riconoscono l’esistenza di importanti influenze esterne nello sviluppo che possono determinare le differenze». In altri istituti si sono tenute lezioni contro il cliché della differenza fra uomo e donna, in base al quale quest’ultima sarebbe più propensa ad accudire i figli e a praticare la danza del primo: «Grazia e abilità», ad esempio, sono stati attribuiti al ballerino Roberto Bolle, mentre un «fenomeno del pallone» è Carolina Morace. Grazie a queste particolari lezioni gli studenti milanesi hanno potuto imparare che «uomini e donne sono descritti con caratteristiche diverse nei testi che leggiamo» e che «nel passato uomini e donne hanno avuto ruoli diversi». Un altro ciclo è servito a stabilire che è un preconcetto pensare che, «per esempio, le facoltà umanistiche hanno un’adesione prevalentemente femminile, mentre le facoltà scientifiche sono frequentate di più dai maschi», o che un uomo «svolge lavori faticosi» mentre la donna «si occupa della famiglia». Infine, però, gli animatori del progetto devono ammettere che ancora «dominano immagini stereotipate attinte dalla realtà più prossima ai ragazzi ed alle ragazze», perciò «si dovrà continuare questa proposta formativa».

@frigeriobenedet

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12 commenti

  1. Laura

    Forse sono ingenua ma spero nell’effetto domino: volpata x volpata non fa volpata al quadrato, ma grande rottura di scatole, ovvero crollo progressivo delle ideologie.
    Io non ho l’impressione che i nostri ragazzi pendano dalle labbra degli insegnanti e che, in genere, li considerino seri punti di riferimento nella loro vita, basta che due o tre tra i più discoli incomincino a riderci sopra e tutta la classe li segue.
    L’importante è che i genitori sappiano tenere una posizione chiara e ferma e riescano a recuperare un discorso diverso tra le mura domestiche.
    Come inizia l’opposizione nelle grandi dittature ? Così, in piccoli gruppi che si allargano.
    E poi firmiamo petizioni, manifestiamo, aderiamo alle iniziative delle sentinelle in piedi, finchè sarà possibile farlo.

    1. Silvia Avanza

      Brava Laura! condivido pienamente il tuo parere. peccato però che comunque i ragazzi assorbono come spugne la mentalità dominante e il giudizio dei loro pari sia più determinante a volte di quello che sentono in famiglia. occorre fare un grande lavoro e soprattutto occorre che le famiglie vengano informate e siano solidali fra loro altrimenti la propaganda finirà per soffocare qualsiasi impeto di libertà.

      1. Controcorrente

        I ragazzi hanno solo bisogno di incontrare qualcuno,non hanno bisogno di nuovi maestri che gli parlano di Valori pur giusti da contrapporre,ma di testimoni credibili che vivono i Valori nel loro quotidiano, a loro basta guardare, per capire cosa è la felicità, solo così la propaganda non li soffocherà.

    2. giovanni

      in questo caso, benvengano i discoli nelle scuole!!

      1. filomena

        Boh finché continuate a cantarvela e suonarvela convinti di essere la fonte di ogni verità va benissimo. I ragazzi sono più svegli di voi e se devono scegliere tra il progresso e il medioevo scelgono il futuro con vostra buona pace. Magari a casa vi diranno si si….ma poi pensano quello che vogliono. Per fortuna imparano presto..prima di quanto crediate!!!!

        1. ftax

          Sì Filomena. Imparano presto perché non sono ancora saturi di pregiudizi come te. Quando sono stati scottati, imparano presto a distinguere l’ideologia del gender dalla realtà…

          1. filomena

            OK vedremo il tempo dirà chi ha ragione. Fino ad adesso i fatti hanno dimostrato che il progresso è andato avanti comunque malgrado il conservatorismo.

          2. Toni

            @ Filomena
            Dovresti spiegare, una volta cosa è per te il progresso.
            Io credo che somigli nelle tue filippiche, per certi aspetti, ad una immaginaria matrona romana che all’indomani della caduta dell’impero a chi si dispera contrappone un: bisogna scegliere il futuro – con vostra buona pace – ed INCLUDERE questi bei omoni barbuti puzzoni e con le corna (i barbari)” 😀 .
            I “ragazzi” se si propone un mondo squallido (aborto, gozzovigliare, eutanasia, gozzovigliare, matrimoni inventati per gozzovigliare) , come quello che difendi tu e che ha la migliore cassa di risonanza della storia (televisione e stampa) che REALI alternative hanno da scegliere?

        2. mike

          non è solo un fatto di verità cioè di discorsi elevati. è anche un fatto pratico: ti posso dire che in giro ci sono tante f…e mosce. mi dispiace usare certi termini ma tanto in gergo si dice così, e comunque è vero. anche in base a ciò per me Ftax ha ragione.

  2. gianni

    ImPARErANnO che non sarà facile passare sul mio corpo prima di arrivare ai miei figli.
    Maledetti.

    1. Giuly

      …e neanche sul mio….non dovrebbe essere molto difficile far capure ai nostri figli che quello che stanno cercando di imporre é una vera str…..come dire che un pomodoro é uguale a una melanzana….elementare….vogliono stravolgere la realtá? Avranno brutte sorprese….non siamo disposti a tacere…non più.

    2. mike

      non sono sposato ma sono d’accordo. se avessi figli non mi andrebbe bene certa roba nelle scuole.

      il punto però è un altro: di questo passo si otterrà poco. dall’altra parte hanno mezzi (anche di comunicazione) e molte leve del potere. o cambiano idea lassù o alla fine ci sarà una sollevazione popolare. io sono tranquillo però sto iniziando a rompermi tanto i coglioni per questa storia del gender, con la quale stanno buttando via più di una generazione di italiani. intanto gli islamici gongolano. o forse loro ne sanno qualcosa. è strano infatti che stiano zitti. o condividono il gender, cosa improbabile, o sanno che noi con le nostre stesse mani ci azzereremo numericamente (sanno nel senso che qualcuno ha detto loro che è questo lo scopo). se servisse ripeterlo per fare figli occorrono uomo e donna. poi in ogni caso c’è la crisi o molti pensano solo a divertirsi. ma avanti così, noi italiani!

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